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Si è spento oggi a Roma Dino Risi

Addio Dino

Quel “mostro” di cineasta…


di Roberto Leggio


Dino Risi se n’è andato. Aveva 91 anni e una carriera esemplare alle spalle. E’ morto oggi nel residence in via Aldovrandi a Roma, dove viveva da più di trent’anni. Un maestro di cinema, da sempre considerato il Billy Wilder italiano, che assieme a Monicelli, Loy, Scola, Comencini, è stato uno dei più grandi registi della commedia all’italiana. Un vero protagonista del cinema nostrano, capace di dare a tutte le sue opere, quella graffiante sferzata sociale che ribaltava il semplice divertimento, piacendo così sia ai critici che al pubblico. Molti suoi capolavori sono entrati di diritto dell’immaginario collettivo, tanto che è stato preso come punto di riferimento per numerosi cineasti, non riusciti però a imitare l’originale. Il Sorpasso, I Mostri, Pane amore e …, Una vita difficile e Profumo di Donna, hanno segnato un epoca irripetibile. Milanese, laureato in medicina, ha rifiutato di diventare psichiatra, per seguire il suo istinto, iniziando la sua carriera cinematografica lavorando per Mario Soldati e Alberto Lattuada. Uno dei suoi primi lavori fu “Buio in Sala”, girato in una Milano spettrale ancora con i segni della guerra. Il suo primo grande successo è di qualche anno dopo, quando il neorealismo inizia a segnare il passo e i cineasti dell’epoca preferiscono raccontare storie più leggere. Il film è Pane Amore e… con Vittorio de Sica e Sophia Loren. Si tratta del terzo sequel della serie iniziata da Luigi Comencini (Pane Amore e Fantasia e successivamente… Gelosia), che incassa molto di più dei suoi predecessori. La critica inizia a parlare di lui ed egli non si smentisce realizzando a basso costo Poveri ma Belli, che diventa un campione d’incassi. E’ l’inizio di una carriera fulminante e piena di soddisfazioni. Lo dimostra soprattutto con Una Vita difficile, con Alberto Sordi, un ex partigiano alle prese con il difficoltoso reinserimento nell’Italia del dopoguerra, ed il supercult Il Sorpasso, con un grandissimo Vittorio Gassman, forse la più alta vetta della commedia all’italiana. Il suo è stato un cinema popolare, mai troppo sentimentale, ma molto attento al costume, senza rivendicazioni ideologiche. Premiato tardivamente con il Leone d’Oro alla Carriera, ma guadagnatosi con leggerezza il titolo di Cavaliere della Gran Croce, assegnatagli dall’ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, Dino Risi, ha lavorato fino all’ultimo, traghettando perfino per la televisione con la fiction Bellissime. Era il 2002 e alla bell’età di ottantotto anni ha voluto dire la su Miss Italia. Magari non un capolavoro come i molti che l’hanno reso maestro immortale del cinema italiano, ma un segnale forte sul saper fare un prodotto intelligente per il piccolo schermo.
Dotato di una scanzonata ironica amava ripetere: "dovremmo morire tutti ad 80 anni". Invece, ha vissuto qualche anno di più chiudendo definitivamente un’era.

Incontro con il maestro
Dino Risi
In occasione del restauro de "Il segno di Venere"



(Sabato 7 Giugno 2008)


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