 Ultima fatica di McNamara sulle bamboline umane Bratz Lascia un segno nel mondo della sottocinematografia
di Mirko Lomuscio Le Bratz sono una famosa marca di bambole ispirate al mondo della moda che hanno fatto la gioia di molte bambine. Ora, arriva sul grande schermo un lungometraggio dedicato a loro ad opera dal regista Sean McNamara. La trama narra di quattro amiche: Sasha (Logan Browning), Jade (Janel Parrish), Yasmin (Nathalia Ramos) e Cloe (Skyler Shaye) legate per la pelle che affrontano l'esperienza di frequantare il Carry Nation High. Le ragazze vivono la nuova esperienza con molta gioia ma presto arrivano anche gli imprevisti. Ognuna di loro entrerà a far parte di un gruppo perdendo di vista le altre. Le amiche non sopportano la separazione e decidono torneranno insieme diventando "Le Bratz", un gruppo che non fa distinzioni essendo leale con il prossimo e inseguendo i propri sogni. Ma a mettere loro i bastoni tra le ruote c’è l’odiosa Meredith (Chelsea Staub), figlia del preside Dimly (Jon Voight), che farà di tutto pur di ostacolarle e metterle in imbarazzo di fronte a tutti.

Bratz, con tutti i suoi difetti, può essere considerato come la summa della cinematografia di McNamara. Un un regista al quale dobbiamo vere chicche del cinema adolescenziale come Lo stile del dragone (quarto capitolo di Tre ragazzi ninja) e Nata per vincere (con la teen idol Hilary Duff), film destinati ad un pubblico giovanissimo che sembrano diretti proprio da un quattordicenne. Questo suo ultimo film è, infatti, un collage di scene e colori accesi fatto apposta per avvolgere l’immaginario mondo di queste quattro straordinarie bamboline umane. La sceneggiatura, se di sceneggiatura si può parlare, è opera di Susan Estelle Jansen (Lizzie McGuire-Da liceale a pop star) non fa altro che inanellare una serie di situazioni con disastri e riappacificazioni creando una nausea completa da parte dello spettatore. Per non parlare dei personaggi che vanno e vengono come se niente fosse. Va bene stereotiparli (d’altronde è pur sempre di un prodotto per bambine che stiamo parlando) ma farli riapparire dopo un’ora che non si vedono per fargli dire “Sono orgoglioso di te per quello che hai fatto” è veramente troppo!! E che dire del povero Voight (premio Oscar per Tornando a casa), qui rilegato nel ruolo macchietta del preside con naso e mento finto, che fa capolino ballando ad ogni orripilante canzone che viene cantata. McNamara con questo film lascia davvero un segno nel mondo della sottocinematografia, tant’è che si è beccato ben cinque nomination agli ultimi Razzies award. Magari qualcuno se lo sarebbe anche meritato. giudizio: *

(Sabato 7 Giugno 2008)
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