 La ghettizzazione della società La zona La legge non scritta tra i ricchi ed i poveri
di Roberto Leggio Ci sono sempre più poveri nel mondo. E molti più ricchi. E' il paradigma di questi anni folli, nel quale è possibile vedere riflesso l'involuzione della società. O ancor peggio vederne i risultati. I ricchi più ricchi, con tutti i privilegi del caso. I poveri, da parte loro, senza diritti e costretti a sopravvivere in un mondo sempre più complesso, sempre più racchiuso in caste. Sono effettivamente due mondi, e a seconda da che parte li si guardi, definisce confini etici, morali e umani. Dividendo i buoni dai cattivi. La Zona è un mondo a parte. Un quartiere residenziale, abitato da benestanti, circondato da alte mura sorvegliate da telecamere a circuito chiuso. Una città nella città, isolata dal resto di un “universo” di brutti sporchi e cattivi pronti a tutto per un pezzo di pane. Per uno scherzo del destino, durante una tempesta, le orbite dei due “pianeti” entrano in collisione. Tre ragazzi riescono a penetrare nell'area protetta e a introdursi in una villa per rubare. La rapina va male e una anziana viene uccisa. La reazione degli abitanti è immediata e letale. Durante la caccia all'uomo riescono ad uccidere due dei tre ragazzi. Solo il più piccolo riesce a fuggire, anche se resta intrappolato in quella terra di nessuno...

Come un “Muro” di vergogna, il film è un pugno allo stomaco dello spettatore. Le immagini sono ciniche, fredde, gonfie di una violenza epidermica da far male. Rodrigo Plà, regista dal talento innato, non vuole giudicare, però esprime il suo punto di vista sulla “bestialità dell'uomo”, ammettendo che l'Homo Homini Lupus è un assioma ben allocato nell'animo umano. Non per nulla la caccia farmeticante dei predatori benestanti va ben oltre la semplice metafora. Bastano le poche sequenze in cui i due ragazzi uccisi vengono trattati come rifiuti e gettati nella spazzatura, per comprenderne appieno tutta la forza evocativa. Anche se cadono i muri ideologici, se ne inalzano degli altri, soprattutto sociali ed economici. Chi non ha nulla deve soccombere e finire tra i rifiuti, perchè questo risulta agli occhi di chi detiene il potere dei soldi. La “Zona”, con i suoi giardini ben tenuti, le sue guardie armate, le sue telecamere sempre accese, è proprio il paradosso di questa realtà. E non è detto che sia giusta. Plà lo sottolinea con la ferocia dei “buoni”, quasi tutti laureati e istruiti, che forti della loro “extraterritorilità” si privilegiano di farsi giustizia da soli. Plà mette in scena l'involuzione della razza umana, destinata per il “quieto vivere” in una sorta di autoghettizzazione. Ma lo fa in maniera molto equilibrata e senza prendere posizioni nette, trasforma questo film in un piccolo capolavoro misurato e illuminante.
Giudizio ***

(Venerdì 4 Aprile 2008)
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