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Bravissimo nel film "Non Pensarci"

Valerio Mastrandrea

"Lavorare con Zanasi è logorante ma molto emozionante"


di Oriana Maerini


Roma. Lavorare con Gianni Zanasi è stato come attraversare un campo minato riuscendo a non saltare in aria. Così Valerio Mastandrea sintetizza la sua esperienza attoriale nel film Non pensarci, un'ottima commedia che sarà nelle sale il 4 aprile, distribuito dalla 01 distribution. L'attore, interpreta il ruolo di Stefano, un ragazzo che ha lasciato la famiglia e la fabbrica paterna per suonare in un gruppo punk rock ma che, in un momento di crisi, torna dalla famiglia. Qui scoprireà una situazione tutt'altro che idlilliaca...Valerio Mastrandrea è diventato popolare a vent'anni grazie al "Maurizio Costanzo Show" Nel 1994 debutta nel cinema con "Ladri di cinema". Tra i suoi film, ricordiamo "Palermo-Milano solo andata" (1995), "Cuore cattivo" (1995), "Cresceranno i carciofi a Mimongo" (1996), "Tutti giù per terra" (1997, grazie al quale ha ottenuto il Pardo d'Oro come miglior attore al Festival di Locarno), "Viola bacia tutti" (1997), "L'odore della notte" (1998), "La carbonara" (1999) di Gigi Magni, "Domani" (2001) e "Il sole negli occhi" (2001) di andrea Porporati in cui recita accanto a Fabrizio Gifuni. Fra i ruoli da protagonista segnaliamo quelli di: "Ultimo stadio" , "Velocità Massima" e "L'orizzonte degli eventi", questi ultimi entrambi diretti da Daniele Vicari

Qual è il giudizio su questo suo ultimo film?
Da spettatore credo che sia uno dei modi più originali in cui il cinema abbia raccontato la famiglia, soprattutto in Italia, dove la famiglia è sempre vista come senso di responsabilità e del dovere. Il film spiega che non c’è bisogno di essere figli di genitori separati per soffrire all’interno di un nucleo famigliare.

Al cinema come nella vita si è sempre messo al servizio dei lavoratori. In "Non pensarci", invece, è il figlio di un imprenditore che prova a fare l’inprenditore…
Sono sensibile al tema del lavoro e dello sfruttamento sul lavoro e credo che chiunque, come me, abbia una popolarità debba mettersi al servizio di questa cause. Nel film incarno un personaggio che, nonostante abbia fatto una scelta diversa, cerca di essere utile alla crisi dell'azienda di famiglia. Ho cercato solo di creare delle sfumature all’interno di una storia.



Come si è trovato a lavorare con Gianni Zanasi?
E’ stato come girare il primo film; e questo vuole essere un complimento per il regista. Zanasi è considerato un regista cult. Quando è uscito “Nella Mischia” sono corso a vederlo e ho deciso che volevo lavorare con lui che era diventato una leggenda nel mondo dei giovani attori. Il lavoro che lui fa con gli attori è incredibile: ti logora perché, in realtà, logora se stesso ogni volta che deve girare una scena. Alla fine, però, il risultato è sorprendente.

Che ne pensi del personaggio di Stefano?
Mi sono immanorato di lui alla quinta pagina della sceneggiatura. Quando, rientrando a casa, trova la sua ragazza a letto con un altro musicista gli dice: “mi è piaciuto molto il tuo ultimo disco!”. Da quella frase in poi è che come se mi fossi “tatuato dentro” il personaggio. Stefano è un personaggio riuscito grazie ad un grande lavoro di scrittura.

Nel film mantiene il suo accento romano anche se i tuoi genitori sono del nord, perchè?
Zanasi ha voluto così, non solo per me ma anche per gli altri attori. Secondo lui se lo spettatore riesce ad entrare nel film dopo un po’ non si accorge più delle differenze dialettali. In generale mi sono dovuto sempre difendere dalla mia romanità: essere se stessi, naturali, non basta per saper recitare.
Inoltre dietro questa naturalezza che mi viene attribuita non c'è solo spontanea ma un lavoro di costruzione molto profondo.

Quali sono state le maggiori difficoltà di questo film?
I primi piani lunghi e silenziosi atti ad evidenziare i momenti tragici che vive il personaggio. Non è facile trovare un regista che punta la telecamera in quel modo per strapparti la tua interpretazione migliore: è qui che un attore gioca le sue carte migliori.

Gianni Zanasi inaugura 26esima edizione dal 22 al 26 aprile
Festival di San Giovanni Valdarno
Al regista sarà consegnato il premio Fedic 2007



(Lunedì 31 Marzo 2008)


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