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Un libro in pillole per amare ancora oggi il genio dell’arte

Caravaggio, percorsi di arte & cinema

Mario dal Bello esplora i film su Michelangelo Merisi


di Simone Casavecchia


Caravaggio, ancora Caravaggio, verrebbe da dire riferendosi all’ampia bibliografia che sull’artista è stata scritta in oltre quattrocento anni. Ma l’oggi, spesso regala delle sosprese.
Uscito per le Edizioni Effatà, l’ennesimo libro sul Merisi, si svela come un piccolo compendio delle interrelazioni dell’arte pittorica del Caravaggio con le altre sorelle in arte che lo hanno seguito. Mario Dal Bello riesce, condensando eventi e cronache del tempo, a restituire intatte le emozioni e il travaglio del pittore che troppo spesso si è definito “maledetto”.
Pittore geniale Michelangelo Merisi (1573-1610) è un soggetto ideale per il cinema: vita ribalda e vagabonda di avventura con risse, ferimenti e omicidi, torbidi rapporti con i potenti della Chiesa fino alla sua morte romanzesca. Il cinema gli si adatta anche perché è il pittore senza il quale, forse, Rembrandt e Velasquez sarebbero stati diversi. E la fotografia per il grande schermo anche.
Un libro sul logorarsi dell'artista tra passioni private e vita pubblica, sull'incapacità di dominare il successo, sul disgregarsi della personalità nel successo.
La parte che si riferisce al cinema è documentata ma troppo spesso si lascia andare a divagazioni estetiche troppo soggettive, dimenticando, a tratti, la storia del film che si prende in esame.
Vengono presi in esame i tre film che la storia del cinema ha dedicato a Caravaggio: quello con Amedeo Nazzari del 1941 diretto da Goffredo Alessandrini (vincitore al festival di Venezia come miglior attore); l’edizione del 1986 di Derek Jarman “Caravaggio”, con toni romantici e un po’ edulcorati; e quello del 2004 di Mario Martone, versione sofisticata dell’arte della luce di Caravaggio più che sul personaggio.
Libri biografici, agiografici e d’appendice sul pittore ce ne sono e sempre ce ne saranno, ma questo di Dal Bello rimane della giusta asciuetezza facendosi leggere con facilità, regalando quegli spunti a chi volesse approfondire meglio tematiche e argomenti. Tutto nella stesura documentata dell’autore che in ogni riga, nel dovuto distacco, fa trasparire amore e sentimento nei riguardi di un’arte che non conosce spazio e tempo.
Insomma, un bel libretto agile e di facile lettura che restituisce appieno gli umori e le luci di un pittore ancor oggi studiato, amato e rappresentato.
In queste righe non dovrebbe trovar spazio, ma non resistiamo ad una critica feroce: possibile che una copertina debba essere così fuorviante ed esteticamente attraente? Può uno come Michelangelo Merisi essere rappresentato in copertina da un attore, seppur bravino come Alessio Boni, ma pur sempre acerbo? Meglio leggerne il contenuto e mettere una bella “sovracoperta” come facevamo da bambini.
“Il viaggio di Caravaggio è un percorso verso una non oscurità” scrive Dal Bello, e “forse è lì che risiede la sua autentica personalità e le ragioni del suo fascino”. Una non oscurità che è luce di un’arte che si è fatta, e rimane, simbolo di civiltà di ogni tempo.


CARAVAGGIO, Percorsi di arte & cinema
di Mario Dal Bello
(Edizioni Effatà, 2008)
80 pagg. E 8,50



(Martedì 18 Marzo 2008)


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