 Nanni Moretti in panchina Caos calmo Attore per la regia di Antonello Grimaldi
di Pino Moroni Nanni Moretti c'è. Da un libro di Sandro Veronesi ha tratto la sceneggiatura, salda, compatta, senza sbavature di un film che, con la regia di Antonello Grimaldi, potrà ben figurare al festival di Berlino. Da Moretti, seduto su una panchina, in un parco di fronte ad una scuola, pieno di sacro fuoco di tensione morale, vengono in processione ed in confessione umana tutti gli altri personaggi, emblemi di una povera umanità nel caos.
Umanità persa che lo abbraccia, si confessa, lo ascolta come un santo eremita dell'antichità. Pieno anch'esso di tremori nascosti ma saldo nella sua promessa di attendere ogni giorno la figlia decenne fino alla fine delle lezioni di scuola. C'è in questo un vago senso di colpa per non aver potuto aiutare la moglie morta all'improvviso, in sua assenza. Il suo personaggio rifiuta in parte il lavoro, ma soprattutto ogni promozione, a dimostrare che ancora lo sostiene una forte morale. Moretti ha saputo reinterpretare l' alter ego dei suoi film (Michele Apicella) a cominciare da Ecce Bombo, dissociandosi dalla sua generazione fatta di persone arrivate ormai corrotte dal potere e dai soldi. Sicuramente si può ritrovare, nel suo personaggio, il prete di La messa è finita, ma ancor più il senso profondo del dolore nascosto e la forza morale di continuare a vivere per gli altri della Stanza del figlio.

Con una accuratezza e sensibilità nello sviluppare il composto senso di solitudine e di angoscia in una visibile astrazione dai futili ed inutili scopi di vivere, fatti di imbrogli e tradimenti, viltà e filosofie spicciole. Nanni Moretti è stanco di giustificare le idee stupide e gli atteggiamenti consumistici e formali delle gente. Non gli va più di accettare le convenzioni sciocche ma funzionali ad un mondo fatto di bugie, di stupidità fatta realtà, di buoni propositi senza realizzazioni. Basta con la "reversibilità" dove è vero il tutto ed il contrario di tutto. Il suo personaggio diventa allora il simbolo di una morale perduta e nel film vincente. Il re finalmente è nudo.
È un messaggio forte: solo chi in questo caos umano, compostamente si astrae, riesce a guardarsi intorno, a vivere le piccole grandi realtà, a far scorrere di nuovo il tempo in maniera naturale e intelligente, riesce a recuperare se stesso e dare messaggi di tranquillità agli altri.

È il calmo che vince il caos. Il film ci mette in apnea per molto tempo ma ha almeno tre momenti di grande, intensa liberazione: lo sfogo, pieno di lacrime di Moretti in macchina, solo nella notte; la scena del sesso violento con Isabella Ferrari; ed il momento della tenera richiesta della figlia di non rimanere più davanti alla scuola ad aspettarla.
Film filosofico, umano, profondo, che sembra sia riuscito a farsi sentire dagli spettatori anche nella sua complessità, nel suo essere difficile ed intelligente, come è sempre stato Nanni Moretti.
Bravo Alessandro Gassman nella parte del creativo fratello, preso dalla moda sportiva, dal mondo dei Vip e dalle belle donne. Bravo Silvio Orlando nella parte del capo del personale di una produzione cinematografica, che risolve gli organigrammi con la filosofia e la teologia. Brava Valeria Golino, cognata sballata, credulona , incinta di un uomo più giovane sposato. Fino al cameo di Roman Polanski nella parte del boss di una multinazionale, assolutamente perdente come essere umano.

(Lunedì 11 Febbraio 2008)
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