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A Roma per presentare "Io sono leggenda"

Will Smith

L'attore più potente di Hollywood spiega il film


di Roberto Leggio


ROMA – Non sarà una leggenda, ma quasi. Will Smith è uno di quei personaggi che può permettersi di fare di tutto e vincere. Una star planetaria, meglio conosciuto come attore cinematografico, ma anche cantante rap, produttore (ha portato Gabriele Muccino in America e ha sbancato i botteghini) e attualmente sostenitore di Barak Obama, alle presidenziali che decideranno il futuro dell'America. Un uomo di fiuto sempre pronto a realizzare ciò che lo appassiona (anche rischiando seriamente). Come è accaduto in Io Sono Leggenda, rennovated-remake, di una pietra miliare della fantascienza, tratto dall'omonimo romanzo cult di Richard Matheson, da venerdì nelle sale italiane. La storia è nota, anche se in questa versione le cose sono un bel po' diverse, con l'ultimo uomo sopravvissuto ad una terribile epidemia, che deve difendersi da mostri generati dal virus. Una vicenda che affonda nel mito e nelle paure primordiali dell'umanità, nella quale Smith si destreggia bene, anche se il film non convince per niente. Ad ogni modo la pellicola negli Stati Uniti (pur avendo fatto storcere il naso ai fan dei film precedenti), ha guadagnato 230 milioni di dollari. Quindi un esito più che positivo che ha messo di buon umore sia l'attore più potente d'America che lo sceneggiatore e regista, presenti oggi all'Hotel Hassler all'incontro con la stampa. Il carisma dell'interprete afroamericano ha dato vigore alla conferenza, inziata nei “peggiori” auspici con lo stesso Smith che è arrivato urlando, facendo il verso ai mostri del film. Le urla disumane si sono trasformate in risposte che hanno raccontato l'esperienza dell'attore nel suo primo film di genere.

Perchè riproporre un ulteriore remake dal libro di Matheson?
La cosa che mi ha sempre colpito è la paura primordiale intrisenca nella vicenda di Robert Neville. Lui è rimasto completamente solo sul pianeta, ma la cosa che più lo spaventa è la presenza di qualcosa che è la fuori nel buio, pronto a fargli del male. E' un'emozione forte, che anche un bambino sa riconoscere. Il buio è ovviamente una metafora, e il non sapere come affrontare una situazione è un'impulso cinematograficamente molto valido. Ma oltre questi panegirici mi ha attratto l'idea di un film improntato solamente sul mio personaggio.

Al contrario delle precedenti versioni – L'ultimo uomo della terra e Omega Man– il film ha acquisito molti effetti speciali. Non crede che questo abbia tolto molte emozioni alla storia?
Tutt'altro. Credo che grazie a loro la storia sia molto più inquietante. Inoltre sono stati una risorsa enorme rispetto alle trasposizioni precedenti. Hanno permesso, ad esempio, di poter girare dal vivo a New York e cancellare tutto il resto al computer...

Il finale del film, a differenza di quello del romanzo, lascia una speranza. Era necessaria?
Il romanzo, come le sue precedenti versioni, finiva in maniera cupa e nichilista. Noi invece abbiamo voluto dare un'impronta filosofica alla cosa: quando qualcosa muore, qualcos'altro rinasce. Nell'universo nulla si distrugge definitivamente.



Lei che è un attore brillante, non le pesa calarsi in ruoli drammatici come questo?
Per natura ho una personalità positiva. Mi piace scherzare e odio la negatività che ti tira giù. Interpretare Io Sono Leggenda è stato molto difficile, sebbene abbia cercato di portare dell'energia positiva sul set. Mi era successa la stessa cosa anni fa, quando ho girato Sei Gradi di Separazione mi sono fatto prendere troppo dalla cupezza della storia. A livello personale ero a terra. Ma stavolta l'ho presa meglio e sono riuscito a superare la malinconia.

E' il mentore americano di Gabriele Muccino, tornerà a lavorare con lui?
E' naturale. Ormai con Gabriele siamo quasi fratelli. Lo adoro. Il nostro prossimo film si chiamerà Seven Pounds e cercheremo di fare meglio dell'altra volta. Gabriele è già a Los Angeles a lavorare al film...

E' vero che da vent'anni cerca di lavorare con il suo amico Tom Cruise, e non ci riesce?
Sì. Cerchiamo da tempo di trovare un progetto comune, ma è difficile individuare un film così grande da contenerci entrambi... forse dovrebbe tentare Gabriele!

Lei ha detto di voler produrre una nuova versione di Karate Kid…
L’idea me la data mio figlio Jared che è fanatico della saga. Per adesso si sta allenando duramente. Da buon padre cercherò di fare questo film per lui. Adesso è a Vancouver sul set di un film con Keanu Reeves e Jennifer Connelly.

Proprio in queste ore abbiamo appreso che Hillary Clinton ha appena sconfitto Baraci Obama alle primarie in New Hampshire. La corsa alla Casa Bianca si fa più affascinante…
E’ difficile dare una risposta precisa. Così come non è facile fare un’analisi politica. Sono contento per Hillary, ma quando parlo con Barak si sviluppa una grande energia. Potrei dire vinca il migliore, però l’elezione di Barak rappresenterebbe un cambiamento emotivo, spirituale e sociale rispetto all’attuale gestione.


Il libro cult di Richard Matheson dal quale è tratto il film
Io sono leggenda
Edito dalla Fanucci editore



(Mercoledì 9 Gennaio 2008)


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