| ||||||||||||||
![]() |
![]() Pieraccioni come Carpenter: da 10 anni lo stesso film Una moglie bellissima Belle ragazze, ingenuità provinciale e buoni sentimenti di Roberto Leggio Scusate se mi permetto di paragonare Leonardo Pieraccioni a John Carpenter. Lo faccio perchè come Carpenter, Pieraccioni fa da dieci anni (forse qualche unità in più) lo stesso film. Un clone dopo l'altro, dopo l'altro. Anche Carpenter fa lo stesso, però i suoi film di volta in volta si reinventano, sembrando sempre qualcosa di diverso. Pieraccioni no! Forse perché non riesce ad “scrivere” qualcosa che si allontani un poco al suo mondo di “cartapesta”. E la scrittura (anche complice di Giovanni Veronesi) se non è affinata è una bestia nera per tutti. Quindi si torna all'l'incipit. Tutto resta uguale e niente muta. Lo stesso accade in questo leggerissimo Una moglie bellissima. Un uomo, un fruttivendolo di Anghiari, si ritrova da un giorno all'altro con una moglie da mostrare nei calendari. Il massmedialismo entra come un fulmine nella sua vita distruggendo amicizie, amori e quotidianità. Da parte sua la “carciofara” (come verrà descritta la “velina” dal fotografo vampiro), si gode il suo posto al sole esibendosi nuda (o quasi), frequentando il mondo effimero del successo per tutti, perdendo la bussola. Essendo una fiaba finirà davanti ad un tramonto, assieme a suo marito “normotipo”, al quale, nonostante le corna, sarà tornato il sorriso. Una scena de "Una moglie bellissima"
(Martedì 18 Dicembre 2007) |
![]() |
||||||||||||
|