 "Faccio l'attrice grazie ai cartoni animati" Renée Zellweger L'attrice a Roma per presentare Beemovie
di Oriana Maerini  Roma. Vedendola da vicino si stenta a credere che Renée Zellweger sia la stessa grassa, impacciata ragazza che ha indossato i panni di Bridget Jones, il personaggio che le ha assicurato una grande popolarità ed un enorme successo. Magrissima e diafana l’attrice texana che ha interpretato la single grassoccia più famosa d’Inghilterra, è uno scricciolo di donna fasciata in una camicetta verde bottiglia che fa risaltare lo splendore del suo incarnato. L’abbiamo incontrata a Roma, dove è arrivata per presentare “Beemovie”, il film d’animazione natalizio creato da Jerry Seinfeld e prodotto dalla DreamWorks, nel quale presta la voce a Vanessa, una vivace fioraia di Manhattan che parla con le api. “Credo che il regista abbia mirabilmente descritto il mondo delle api. Io le apprezzo molto ma ognuno per la sua strada, non voglio avere contatti con loro!” L’attrice scherza dimostrando di possedere una qualità quasi introvabile fra le star hollywoodiane: la simpatica. Premio oscar come miglior attrice non protagonista per “Cold Mountain”, la Zellweger ha dimostrato di essere una delle attrici più brave del momento. Nel 2003 si è guadagnata la candidatura per “Chicago,” ed ha vinto il premio della Screen Actors Guild come miglior attrice protagonista, ed un Golden Globe. Renée ha ottenuto i primi consensi con la sua interpretazione vulnerabile al fianco di Tom Cruise in “Jerry Maguire,” grazie alla quale si guadagnò la nomina come Miglior Attrice Debuttante nel 1996 dal National Board of Review. Ora la bionda Renée, dopo aver giocato con le api ha una agenda molto fitta di impegni: la vedremo, tra gli altri, anche in “Leatherheads”, una commedia romantica diretta da George Clooney.
Cosa le è piaciuto del personaggio di Vanessa? Per questo cartone così dolce, eccentrico e carino volevo che il personaggio fosse alternativo. Ho voluto che Vanessa amalgamasse le personalità di quattro attrici del passato, famose alla radio e alla televisione negli anni ’50. Erano persone che affrontavano il loro lavoro con molta freschezza e coraggio. Loro alla radio erano delle voci senza corpo, ma sentendole parlare potevi immaginare come potessero essere veramente. Usavano la voce come “performance”, quindi i loro personaggi erano visibili, vivi. Quindi ho cercato di ispirarmi a loro.
Prima di questo aveva prestato la voce per altri cartoons? Si, avevo fatto Shark Tale, quello che era stato presentato a Piazza S. Marco a Venezia. Dare la voce ai cartoni animati è un’esperienza interessante. In questo caso è stato un po’ diverso perché in sala di registrazione affianco a me c’era sempre chi aveva immaginato il mio personaggio. Quindi mi dava delle istruzioni su come usare la voce, su come dare alla frasi quella giusta carica emotiva. Lasciandomi però anche molto spazio all’improvvisazione, quindi potevo io stessa creare “Vanessa”. Nei cartoni animati, non c’è il set, dove tutto o quasi è preordinato, qui l’immaginazione è tutto, quindi bisogna saper tirare fuori il comico che c’è in noi. Sviscerare la nostra sensibilità e capacità comica.

Per un’attrice brava e famosa come lei non è riduttivo prestare solo la voce ad un personaggio? Affatto! E’ stata un’esperienza entusiasmante: ho potuto provare le cose in un milioni di maniere differenti. E’ incredibile quello che si può fare in termini di creatività. Durante la registrazione c’è un grande senso di eccitazione, un apprezzamento per quello che sta evolvendo, perchè hai il lusso di non preoccuparti del sole che cala o altre persone che ti aspettano.”
Quali sono i cartoni animati legati alla sua infanzia? Quando era bambina i miei non permettevano di vedere tanta TV. Però ricordo con piacere che Bee-Beep che era il mio cartone animato preferito…Inoltre mi fanno impazzire i Simpson, perché sono i migliori del mondo. Credo che siano il migliore prodotto televisivo degli ultimi 20 anni. Loro hanno fatto tanto per la televisione, ma anche per la società. Nella loro cattiveria ed irriverenza c’è tutta ipocrisia della società attuale.
E’ vero che non le piacciono i film della Walt Disney? No, non ho mai detto che i film della Walt Disney non mi piacciono, dico che non sono tra i miei preferiti. Naturalmente fanno parte del mio background culturale . Sono diventata attrice proprio grazie ai cartoons perché quando ero all’università, nello stabile dove abitavo, facevano sempre un festival d’animazione. Questo fatto mi ha dato la possibilità di vedere molti film indipendenti e si è accesa in me la passione per la recitazione.
Ora che ha vinto un oscar e si è affermato con ruoli diversi si sente definitivamente “sdoganata” dal personaggio di Bridget Jones?Purtroppo non sono così diversa da lei (ride). Anche io, come lei, ceno spesso da sola, vado a letto da sola e mi sveglio da sola. Insomma, se devo dire la verità questo personaggio mi è rimasto un po’ addosso. Provo una certa nostalgia per le abbuffate di Bridget: adoravo mangiare la sua pasta, la sua pizza e bere il suo vino.
Quando la rivedremo sul grande schermo? In questi ultimi due anni ho avuto un’agenda molto fitta di impegni e progetti. Prossimamente mi rivedrete in ben quattro film e differenti generi: due commedie, un thriller e perfino un western! A breve inizierò, infatti, a recitare nel western diretto da Ed Harris “Appaloosa” con Ed Harris e Viggo Mortenesen dove interpreterò una giovane vedova. Poi girerò “Chilled in Miami” con Harry Connick Jr e “Leatherheads”, una commedia romantica diretta da George Clooney, Infine per la Paramount Pictures ho il progetto di “Case 39” un thriller di Christian Alvart dove interpreto un’assistente sociale che cerca di salvare una ragazza da un malsano ambiente familiare.
(Martedì 4 Dicembre 2007)
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