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"Voglio esagerare con i film d'azione"

Claudio Fragasso

Presenta il sequel "Milano Palermo - Il ritorno"


di Oriana Maerini


Roma. Dopo undici anni Claudio Fracasso ripropone il sequel del suo più grande successo cinematografico: Milano Palermo - Il ritorno che uscirà nelle sale il 23 novembre. Dopo l’esordio nel 1993 con Teste rasate il regista ottenne una grande popolarità con Palermo- Milano solo andatata. Il film guadagnò sette nomination al David di Donatello, vinse premi prestigiosi come quello del pubblico al festival di Venezia e realizzò un grosso incasso al botteghino (sette miliardi di lire).
Ora Fracasso lancia nuovamente la sfida del film di genere, partendo dal viaggio di ritorno di Turi Arcangelo Leofonte (Giancarlo Giannini) uscito di prigione dopo undici anni di carcere, perche dice: “E’ difficilissimo in Italia fare film di genere in senso puro, senza mezzi termini o mediazioni, senza voler dire o fare qualcosa che va oltre il genere stesso.”

Ma perché è tanto difficile?
Da noi c’è il preconcetto del film credibile. Quando vediamo film americani con scene assurde in cui automobili arrivano a far cadere elicotteri non ci sorprendiamo, se accade in un film italiano si grida allo scandalo. Bisogna adattare i film d’azione alla mentalità italiana Inoltre i film d’azione hanno bisogno di un alto budget e i produttori non si espongono.
Noi abbiamo bisogno di tornare a fare film d’esportazione come nell’epoca d’oro di Sergio Leone dove si giravano soprattutto film di genere.

Perché ha aspettato undici anni per realizzare questo sequel?
Per due motivi. Principalmente perché avevo bisogno di raggiungere una certa maturità d’intenti. Scrollarmi di dosso certi orpelli autoriali, remore pseudo intellettuali e paura della critica. In secondo luogo avevo bisogno del concorso degli attori che avevano lavorato nel primo film. Questa pellicola nasce dall’incontro con loro: Giannini, Bova, Memphis e gli altri. Abbiamo lavorato per due anni ed alla fine ci è venuta l’idea che avrebbe fatto da collante fra il primo e il secondo episodio: l’entrata in scena di due bambini.

Fragasso sul set del film


Questo film è distribuito da una major americana…
Si, gli americani non vedevano l’ora di collaborare a lanciare un film diverso da quelli soliti che si producono in Italia. Ci hanno creduto fin dall’inizio e ci hanno aiutato. Non so se sono riuscito ad accostarmi ai loro canoni ma spero di aver realizzato un film in grado di attraversare almeno le Alpi!

In questa pellicola ha lavorato con i bambini. Com'è stato dirigerli?
Con i bambini bisogna avere molta pazienza: non chiedere la lasciare che siano loro a portarti nella situazione giusta. Bisogna ricreare il gioco sul set ma, anche con i bambini, ho utilizzato il metodo del bastone e della carota. Ho chiesto un giorno da una mamma: quand’è che la bambina piange. Quando il papà la rimprovera – mi ha risposto. Così ho recitato la parte del papà adirato e dopo aver girato la scena l’ho ricoperta di regali.

Cos’è per lei un film d’azione?
Uno spettacolo in grado di emozionare anche se ha degli aspetti poco credibili. Noi andiamo al cinema per trascorrere due ore delle nostra vita che non dimenticheremo.
Purtroppo l’eredita del nostro glorioso neorealismo ci ha abituati a fare e vedere un cinema molto aderente alla realtà. Bisogna superare questi preconcetti perché quelli anni sono passati e il cinema ha cambiato rotta; basti pensare al successo del cinema americano qui da noi e il crollo dei nostri film d’autore fatti con due camere e cucina.
Ammetto che nel mio film ci siano scene inverosimili ma che importa. L’importante è che questa pellicola di genere riesca ad emozionare come gli action movie americani anche se possiede all’interno elementi sentimentali e di commedia adatti al nostro pubblico.

Lei è un grande ammiratore di Leone...
Si, credo che sia stato un grande regista che ha esportato il nostro cinema all'estero ed ha creato un genere tutto italiano.
In questo mio ultimo film ci sono molte scene che lo citano. In fondo credo di aver fatto, per certi versi, un wester. Questo è evidente, soprattuto, nella scena finale in cui tutto il paese scende ad assistere alla sparatoria.

Il regista con uno dei piccoli attori



(Giovedì 15 Novembre 2007)


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