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Un thriller di Gregory Hoblit

Il caso Thomas Crawford

Anthony Hopkins sfodera il ghigno di Hannibal


di Oriana Maerini


Non c'è dubbio che Gregory Hoblit sa maneggiare i generi cinematografici più diversi. Dopo Primal Fear il bellissimo "courtroom dramma" d'esordio, ci ha regalato Hart's War, una pellicola esistenziale tutta incentrata sui personaggi, poi la fantascienza di Frequency ed ora un legal thriller. La trama si dipana da un tradimento: Thomas Crawford (Antony Hopkins), un imprenditore appassionato di balistica degli oggetti, scopre che la sua bella e giovane moglie Jennifer ha una relazione extraconiugale e la uccide pianificando un delitto perfetto. Tra i poliziotti che giungono sulla scena del delitto c'è il Detective Rob Nunally, l'amante della consorte al quale Crawford confessa subito di aver sparato a sua moglie. Il riccone sembra passarla liscia dopo un processo che lo scagiona ma la perseveranza e l'intuizione di un ambizioso avvocato farà saltare gli altarini...



A parte qualche deviazione inutile sui personaggi (mostrare le difficoltà del cambiamento d'ufficio dell'avvocato è ininfluente e noioso) l'intreccio della trama è fluido e affascinante. Inoltre lo spettarore è quasi ipnotizzato dalla bravura di Hopkins che qui ripropone il ghigno cannibalesco di Hannibal Lecter per descrivere la freddezza di un personaggio psicologicamente spietato.
Ottima, anche se un po' troppo laccata, la fotografia di Kramer Morgenthau soprattutto nella descrizione degli interni. Insomma Hoblit confeziona un buon prodotto di genere senza infamia e senza lode che farà sicuramente felici i fans di Hopkins.

giudizio: * *



(Mercoledì 7 Novembre 2007)


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