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Presenta a Roma il suo "Tideland"

Terry Gilliam

La favola nera del regista visionario


di Oriana Maerini


Roma. Terry Gilliam è affascinato dal velluto blu che ricopre le pareti della sala grande della Casa del Cinema. Prima di arrivare al tavolo della conferenza stampa sfiora la parete morbida ed esclama: “E’ bellissima…..” Visionario come non mai il regista americano è nella capitale per presentare il suo ultimo film Tideland, una favola nera, una sorta di Alice nel paese delle meraviglie popolato da fantasmi e personaggi immaginari. Dalla fantasia del regista più visionario d’America che ha realizzato capolavori fantastici come Brazil, L’esercito delle 12 scimmie e Le avventure del barone di Munchausen arriva ora un film che racconta il mondo di una bambina costretta precocemente ad affrontare drammi più grandi di lei esplora le zone d'ombra in cui reale e fantastico si mescolano. Tideland è un viaggio nella fantasia, l’unica risorsa, secondo Gilliam, per salvarsi dal reale.

A che punto è del suo percorso artistico?
Non saprei. Per me ogni film è come il primo film: vivo le stesse emozioni e le stesse difficoltà ogni volta. Credo che in Tideland siano più riconoscibili di due lati della mia personalita: la tenerezza e la voglia di provocare. Faccio il regista perché voglio stimolare la gente a vedere il mondo con occhi diversi; per questo cerco di reinventare la realtà. Spero di indurre il pubblico a reagire verso la banalità con la quale ci prospettano la vita di tutti i giorni.

Che tipo di lavoro ha fatto sul libro di Cullin da cui è tratto il film?
Ho cercato di restare il più fedele possibile al libro in modo che, se il film non fosse riuscito bene, la colpa sarebbe ricaduta sullo scrittore! (ride). L’unica cosa che ho modificato è la psicologia della bambina: la mia è più fantasiosa e stupita rispetto a quella del libro. E’ una sorta di Alice nel paese delle meraviglie. Inoltre il romanzo è raccontato in prima persona mentre il film no. Volevo creare più suspence in questo modo.


Jodelle Ferland, la bambina protagonista è davvero bravissima…
Si, è veramente una prima donna. A 64 anni mi sono trovato a lavorare con una bambina che è una star, un’attrice nata. E’ lei che guidava me e non il contrario. Del resto come avrei potuto intuire io, alla mia età, l’immaginario dei una ragazzina? Lavorare con lei non è stato affatto difficile, al contrario è andato tutto benissimo sul set. Credo che per lei girare questo film, anche nelle scene più crude, rappresenti un bagaglio d’esperienza che la aiuterà a crescere. I bambini sono forti perché amano sperimentare sempre sensazioni nuove.

Realizzerebbe film migliori se avesse più libertà economica?
Assolutamente no! Mi trovo meglio con me mie ristrettezze finanziarie. Se avessi tutta la libertà del mondo non saprei da dove cominciare: gli impedimenti mi stimolano in qualche modo.

Progetti futuri?
Fra cinque settimane inizierò a girare L'immaginario del dott Parnassus: un film che vuole rappresentare la lotta fra il potere dell’immaginazione e il potere economico, materiale.

Ha accantonato per sempre l’idea di realizzare Don Quixote?
Non so. Per ora la produzione sta lottando con degli avvocati francesi per avere i diritti del film. Poi dovrò aspettare che Jhonny Depp abbia finito di girare l’undicesimo episodio dei Pirati dei Carabi! (ride)

Come considera Jhonny Depp?
Una persona intelligente e piacevole. Un attore che non frappone mai la sua vanità con il regista o il film in cuis sta lavorando. Si farebbe riprendere anche brutto e calvo perché una persona che vuole sperimentale e sa mettersi in gioco. Inoltre ha un’altra qualità: arriva sempre 45 minuti in ritardo sul set e questo dà a me a al direttore delle fotografia la possibilità di studiare meglio la scena.



“Un incrocio tra Psyco e Alice”
Tideland
E' una favola nera l'ultimo film di Gilliam



(Lunedì 29 Ottobre 2007)


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