 Ispirato alla biografia di Jane Austen Becoming Jane Primi piani "sfavillanti" per i due innamorati
di Samuele Luciano Signori si nasce e io non lo nacqui! Così direbbe un Totò meno ironico e più realista, magari sotto le spoglie di una donna, nata nel XVIII secolo, nelle campagne inglesi, amante della scrittura e ahilei, senza il becco di un quattrino. Terreno difficile quello intorno alla società blasonata londinese, nel periodo pre-vittoriano, in cui regna il principio di difendere i diritti dei proprietari dalle mani rampicanti della plebe: non ha importanza essere talentuosi o bellissimi, conta solo di chi sei figlio, qual è il tuo ceppo. Eppure Jane non si arrende di fronte a questo stato, semplicemente perché vuole scrivere, non le interessa altro che cercare il giusto aggettivo mentre passeggia nei boschi dell’Hampshire e produce storie, come alberi che trasudano resina. Sembra la solita storia romanzata, ma si ispira in pieno alla vera storia di Jane Austen, scrittrice nota per il capolavoro “Orgoglio e pregiudizio”, la quale si affermò nel panorama letterario dell’epoca dopo anni di tenacia, pur essendo di origini umili e senza ricorrere a matrimoni di convenienza.

Tornano di moda, ultimamente, i black-movie (film in costume) e in particolare improntati a storie di autrici di best seller (es. Miss Potter, Angel, Espiazione, ecc.). Mossa arguta quella di raccontare il DREAM e l’impervia ascesa di un personaggio (tema sempre attuale, vedi “Alla ricerca della felicità”) piuttosto che rifare “Senso” o “Via col vento”, per riportare in auge un genere altrimenti destinato a scomparire. Se poi aggiungi al plot, come succede in Becoming Jane, anche un amore adolescenziale che, senza scrivere sui muri o volare tre metri sopra il cielo, riesce ad emozionare sinceramente i teen ager post-moderni, il botteghino è assicurato. Il regista Julian Jarrold infatti non mette a fuoco tanto le ambientazioni o i vestiti d’epoca, ma soprattutto i primi piani “sfavillanti” dei due innamorati, i quali al termine di una serie di esilaranti battibecchi riescono a far sobbalzare il cuore con una semplice, catartica, dichiarazione d’amore. Insomma film godibile, senza pretese.
giudizio:**
Dal punto di vista tecnico: regia, montaggio e fotografia si limitano a supportare l’ottima prova dei due protagonisti. Incantevole Anne Hathaway, nei panni di Jane, il cui volto grazioso e marmoreo basta da solo a dare eleganza e intensità al contesto storico. James McAvoy (già incisivo ne “L’ultimo Re di Scozia”) è una nuova promessa del cinema drammatico mondiale.

(Mercoledì 17 Ottobre 2007)
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