 Dall'autore di "Creep" Severance - Tagli al personale Una produzione che ci riserva piacevoli sorprese
di Samuele Luciano Christpher Smith torna dietro la macchina da presa dopo il successo di Creep. Il giovane regista sembra sia a proprio agio nel girare film di paura, in particolare splatter, ma stavolta l’operazione è meno univoca e molto più ambiziosa della precedente. Non si parla, attenzione, di messa in scena o di effetti speciali, ma di struttura narrativa. Diversamente da come hanno commentato altri, nel guardare Severance, non si viene solleticati da un banale humor inglese, o stuzzicati da riflessioni sulle armi commercializzate: si tratta di un film più complesso di quanto si immagini, che mira ad appagare le aspettative del pubblico su diversi piani. Il film comincia con una prima parte esilarante, in cui un gruppo di impiegati della Palisade Defence (multinazionale che fornisce armi super innovative, in tutto il mondo) va a passare il weekend sui colli dell’Est europeo. Qui i personaggi vengono presentati nella loro rispettiva peculiarità e interagiscono in situazioni comiche. Nella parte successiva, quando i suddetti si perdono tra le montagne, fino a rinchiudersi in un vecchio capanno, inizia la parte spaventosa del film, costituita soprattutto da suspense. Segue una parte centrale i cui i due generi comico/horror si alternano sempre più velocemente fino ad intersecarsi e addirittura a confondersi. A questo punto lo spettatore può ridere quasi cinicamente, un attimo dopo aver sussultato per una scena molto cruenta. La pellicola scorre fino all’acme, fluidamente, grazie a incalzanti scene d’azione. C’è spazio poi, verso la fine, per momenti drammatici che stemperano la tensione accumulata.

In altre parole Smith orchestra diversi generi, stando molto attento al gusto di un pubblico sempre più incontentabile, per cui il saldo al termine della visione è più prossimo al divertimento che all’indigestione. Inoltre, il basso budget e le ambientazioni reali rendono la storia verosimile, amplificando terrore e sarcasmo, immunizzandola dal gore demenziale degli Scary Movie e dalla comicità involontaria di taluni B movies. Insomma, sembra che il sodalizio di Smith col produttore Jason Newmark sia destinato a riservarci ancora delle piacevoli sorprese, se entrambi continueranno a sperimentare piuttosto che ripetere. Tuttavia, non si capisce l’indebita citazione de Il Cacciatore nel format dei titoli di coda.
giudizio: * * *

(Venerdì 21 Settembre 2007)
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