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Un thriller serrato ed avvincente

La ragazza del lago

Un piccolo capolavoro, dove tutto si popola di particolari


di Pino Moroni


La ragazza del lago è un film che non fa rima con il suo titolo banale. Cosa ci si può aspettare dalla storia di una ragazza morta sulle rive di un lago, cosa ci si può aspettare da un lago glaciale con il suo tranquillo e monotono paesaggio?
Non certo un thriller serrato ed avvincente. Ma se intorno alla ragazza ed al lago si cominciano a far girare bambine e bambini strani e dirompenti, delicati poveri di mente, vecchi odiosi, giovani borghesi depressi, tutto si popola di particolari. Di pensieri, di dolori, di rapporti, di storie, che rappresentano la vita, e fanno del film un moderno, attuale, capolavoro.
Merito di Sandro Petraglia, sceneggiatore, e di Andrea Molaioli, alla sua prima regia. Insieme a quanti altri sono stati ringraziati nei titoli di coda, a cominciare da Nanni Moretti e Angelo Barbagallo, storici creatori di nuovi registi, quali Mazzacurati e Luchetti.
Anche la regione Friuli Venezia Giulia ci ha messo del suo, contribuendo al finanziamento del film, ma soprattutto sfoggiando una natura smagliante, da visitare.


Girandoci intorno, alla fine siamo arrivati al motore portante del film, la stupenda, insuperabile interpretazione di Toni Servillo. Aveva già mostrato tutta la sua bravura ne Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino, con la sua complessa estraneità in un albergo svizzero.
Ora invece, nel ruolo di un commissario di polizia, partecipa intensamente al dolore quotidiano di un mondo, nel quale gli spettatori e le sale piene dei cinema si identificano.
La grande scoperta di Molaioli è che la vita quotidiane è un thriller: viviamo in una stato continuo di paura, in attesa che la società, piena di sorprese amare, compia il suo abituale delitto.
Lo compirà attraverso la violenza dell’incomprensione, la nascita di “naturali” malattie devastanti, le reazioni esagerate di fronte alla sofferenza, lo sviluppo di malattia mentali, la incomunicabilità fra uomini e donne.
Le sorprese dolorose del film sono, in fondo, nient’altro che quelle sofferenze “universali” che, giorno dopo giorno, ci tocca a tutti di vivere. Bambini nevrotici e diversi, ritardi mentali e morbo di Alzheimer, tumori d’ogni generi, ragazzi in crisi rispetto al lavoro o allo studio, padri-padroni o padri troppo morbosi, egoismo e indifferenza, bugie e ricatti. E amore, tanto amore, di cui tutti hanno bisogno. Il fascino di Toni Servillo è ancora una volta quello di un uomo che subisce “la conseguenze dell’amore” che egli ha per tanta gente.

Occorre comunque ricordare, al di là dei contenuti del film, la serietà e il rigore delle riprese, del montaggio, con alcune finezze stilistiche che danno al film un tocco di vera classe.
Ne sono esempio le stupende scene del ritrovamento del cadavere della ragazza in riva al lago, e dell’affollarsi progressivo di inquirenti e curiosi, della pietà partecipata del commissario, e della solitudine profonda della morte. In una natura che è solo spettatrice del nostro piccolo ed inutile agitarsi.


Trionfo ai David 2005
Le conseguenze dell'amore
Ben cinque statuette al film di Sorrentino
Ribaltati i pronostici: a sorpresa Sorrentino batte Ozpetek, Verdone e Veronesi.



(Mercoledì 19 Settembre 2007)


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