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Un thriller di buona fattura

Premonition

Nel cast Sandra Bullock e Julian McMahon


di Samuele Luciano


La premessa che ha portato il produttore Ashok Amitraj a realizzare questo film è buona: promuovere una sceneggiatura (Bill Kelly) che intende spaventare senza spargimenti di sangue: insomma girare un thriller alla Hitchcock.
Ambizione che tutti hanno, chissà perché, da quando Hitchcock è morto.
Linda (Sandra Bullock) è una casalinga americana di media borghesia, alla stessa maniera di tante altre viste al cinema (ha la villa col giardino, fa jogging, accompagna i figli a scuola in Cayenne, c’ha l’amica del cuore, ecc…), che hanno una vita banalissima, a cui però sono particolarmente affezionate.
D’improvviso Jim, il marito di Linda – il popolare sciupafemmine di Nip/Tuck, Julian McMahon - muore, e crolla così il principale perno su cui poggiano tutte le certezze della donna.
Tuttavia, il giorno dopo, Linda si risveglia nel letto con accanto proprio il suo amato Jim.



L’intreccio del film parte a rilento, con un inizio quasi soporifero, ma nella parte centrale della pellicola la storia incalza con un buon ritmo e una dose sufficiente di sorprese, nonostante la regia dell’acerbo Mennan Yapo, pur funzionale, sia del tutto anonima.
I dialoghi purtroppo, soprattutto quando Linda decide di confidarsi con un prete di sua vecchia conoscenza, concedono spazio alla retorica.
Nel complesso, un thriller di buona fattura, sia per l’uso parsimonioso dello scabro, sia per i diversi piani di lettura della trama: Linda ha perso suo marito perché è morto o perché non la ama più?
La morte, vera protagonista del film, attraversa tutte le scene durante il dipanarsi della trama senza mai mostrare del tutto la falce, né il suo cinico sorriso.
Questo climax provoca nello spettatore un senso di disorientamento ben sostenuto per tutto il plot, ma è malamente concluso da un finale piuttosto ridicolo.
Buono il tentativo di scomporre la consecutio temporum, soprattutto se si capisce che il gioco stilistico non è fine a se stesso, ma vuole dare il senso di scombussolamento psicologico della madre/moglie nella sua graduale disfatta umana.
E’ giusto precisare, per chi fosse appassionato di viaggi all’interno di cervelli provati, che qui non siamo ai livelli di Spider di Cronenberg.
La Bullok, dal collo sempre più taurino, si impegna abbastanza nel dare vita al suo personaggio.
Discreta anche la prova di Julian McMahon, il cui fascino, almeno per ora, rimane in netto vantaggio rispetto al talento.

giudizio: *










(Giovedì 30 Agosto 2007)


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