 L’ennesimo teen-movie ‘scolastico’ con annessa morale. Il mio ragazzo è un bastardo Istruzioni per distruggere l’orgoglio maschile.
di Paola Galgani  Da Betty Thomas, la regista di Doctor Dolittle, di 28 giorni e soprattutto del sorprendente Private Parts (oltre che attrice, autrice e produttrice di film come Charlie’s Angels), ci saremmo francamente aspettati qualcosa di meno convenzionale di questa commediola apparentemente cinica ma in realtà moralistica. Protagonista è un’adolescente insicura la cui mamma, universalmente definita ‘hot’ (guarda caso, interpretata dalla playmate Jenny Mc Carthy), non riesce a trovare una stabilità emotiva tra i suoi mille partner –tutti appartenenti alla categoria dei ‘perdenti’- e costringe la ragazzina a continui spostamente di residenza, incurante dello sfacelo che cio’ provoca nella sua carriera sociale. Infatti, in qualunque scuola si sposti, Kate si sente del tutto invisible, e quando pensa di aver trovato il modo per uscire dall’anonimato vi si butta a capofitto. Poco conta se cio’ comporta il dover recitare la parte di una disinibita ragazza pon-pon che esce con il bellone della scuola, John Tucker, un ragazzo apparentemente perfetto quanto furbo. Ma il bel Tucker è colpevole di avere contemporaneamente tre ragazze, non a caso amiche di Kate, e per questo deve essere severamente punito…. Come è ovvio, il punto della storia -e della sua scontata morale- è che ‘bisogna sempre essere se stessi’ al di là della sterile divisione imperante in USA tra perdenti e vincenti, esemplificata nella rigida gerarchia del microcosmo liceale (da noi la situazione è un po’ più annacquata). Effettivamente, chi ricordi l’intervista con i creatori di South Park nel film Bowling a Columbine puo’ avere un’idea delle aspettative e dell’eccessiva competitività che si formano nelle scuole americane, tanto estreme da condurre i ragazzi alla solitudine se non alla disperazione. Si parte dunque da un’idea di base se non originale almeno realistica; peccato che lo sceneggiatore la svolga poi in una trama cosi’ scontata che al più potrà coinvolgere studenti delle medie (il target del simile Mean Girls almeno, prevedeva un’età più elevata). Le scene iniziali in stile Thirteen -ma siamo su altri livelli- sembrano promettere bene, partendo con la voce fuori campo dell’incompresa protagonista accompagnata da immagini arricchite da una certa autoironia; subito, pero’, viene fuori una situazione che sa di deja-vù, quella della mamma ‘disinibita’ con figlia timida (pensiamo ad almeno due recenti serial). E questa sgradevole sensazione ci acccompagnerà fino alla fine, percorrendo i corridoi, le aule di chimica, le palestre e gli armadietti visti in decine di commedie e telefilm, fino alle camere da letto femminili dove inevitabilmente si complotta di ragazzi e di vendette divorando gelato al cioccolato. La regia, poi, non riserva alcuna sorpresa e denuncia le origini televisive dell’autrice, evidentemente piuttosto svogliata. Per fortuna, il ritmo scattante e soprattutto la freschezza dei volti dei protagonisti salvano il tutto dalla noia, facendoci passare sopra i frettolosi errori di sceneggiatura -come l’inutile presenza del fratello minore del Tucker- e sorridere davanti a un cinismo adolescenziale che sospettiamo, purtroppo, reale. In particolare divertono la creatività, spesso accompagnata da un’insospettbile tecnologia, delle tre Erinni nell’escogitare modi per per rendere ab aeterno il Tucker ‘indatable’, vale a dire infrequentabile. Ma qualunque sia il mezzo di derisione, incredibilmente il Tucker è talmente ‘vincente dentro’ da riuscire a trasformare quelli che per chiunque altro sarebbero difetti in pregi, anzi in mode da imitare. Il che ci rende ‘il bastardo’ (che nella versione originale ‘deve morire’) simpatico, effetto quantomeno inquietante dato che in qualche modo ci ribalta la morale iniziale. Riguardo agli interpreti, la protagonista Brittany Snow se la cava discretamente, sgranando all’occorrenza i suoi occhioni e conservando credibilità anche nel passaggio alla seconda fase del suo personaggio; John Tucker è interpretato da Jesse Metcalfe, indimenticabile giardiniere-gigolo’ di una delle protagoniste del telefilm Desperates Housewives; e di quel personaggio ha portato con se’ lo sguardo furbo ed il passo felino, ma anche qualche anno in più rispetto ad un liceale. Delle tre amiche di Kate (una capitana pon-pon, una giornalista in erba e una vegana integrale) più che il talento rimarranno impressi i simpatici, colorati look arricchiti da accessori ben differenziati secondo i tre diversi modelli di ragazza vincente.
giudizio: *
(Giovedì 26 Luglio 2007)
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