 Grande bagarre di effetti speciali per film divertente Transformers Fantascienza robotica per adulti e piccini
di Roberto Leggio 
Prendiamo un cubo di Rubik e trasformiamolo in qualcos’altro. Se non ci siete ancora arrivati, il cubo è l’energia vitale dei Transformers, razza aliena robotica polimorfa, che nel giro di un battere di ciglia riesce a cambiare (trasformarsi, appunto) da un automobile in un robottone buono o cattivo. Per chi lo ricorda la trama è presa da un serie animata giapponese anni ’80 e “trasformata” dalla Hasbro, in un giocattolo multimiliardario che ha divertito stuoli di ragazzini. Ed è appunto ai ragazzini (ma anche a certi adulti che vorrebbero sentirsi tali) che il film è stato concepito. Infatti, senza andare a cercare qualsiasi dietrologia di carattere militare e sociale, la storia è alquanto insulsa e perciò molto divertente. La vicenda è facile da raccontare (almeno per i neofiti): l’epica battaglia tra i buoni Autobots ed i cattivi Decepticons, dal pianeta Cybertron, si trasferisce sulla Terra. Qui, un giovanotto impacciato pronipote di un esploratore artico, fraternizza con i primi contribuendo a salvare il mondo grazie ad un asso nella manica che nemmeno lui immagina di avere. Prodotto da Steven Spielberg (che si è innamorato dell’idea vedendo giocare i suoi bambini con i robottini interscambiabili) e diretto da Micheal Bay, Transformers è un film di grande impatto spettacolare (gli effetti sono della IL&M di George Lucas), che mantiene quello che promette. Un mega giocattolone in linea con lo spirito fanciullesco che sta alla base. Tutto sembra di cartone, compresi i personaggi in carne ed ossa, che sembrano tutti comprimari del giovane Shia LaBeouf, strepitoso nell’aver saputo incarnare l’eroe suo malgrado, capace di gestire la situazione con molto sbalordimento ed ironia. In questo modo la meccanismo del divertimento non perde un colpo e la fantascienza (che recupera molto dal passato, anche se si vorrebbe in anticipo sui tempi) diventa commedia ironica e fracassona.

Infatti il film funziona finché non decide si prendersi troppo sul serio. E quando lo fa, cade inevitabilmente nella retorica patriottica e nella “vigilanza” che i robottoni promettono al futuro dell’umanità. Ma che importa, in fondo, gli Stati Uniti, robotici o meno, la mano sul fuoco “per salvare qualcun altro” la metteranno sempre e comunque. Nel tripudio di combattimenti, però questo aspetto più realistico viene abbastanza annacquato, anche perché lo scopo di tutta l’operazione e di intrattenere senza impegnare molto il cervello. E non è poco se si pensa che due ore e mezza di film volano via in un battere ci ciglia, magari lasciandoci la voglia di “trasformarci” noi stessi…
giudizio: * * *
(Venerdì 29 Giugno 2007)
Home Archivio  |