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La seconda volta di De Niro dietro la macchina da presa

The good shepherd - L'ombra del potere

La storia mai raccontata della CIA


di Roberto Leggio



In God We Trust. Questo esergo riportato sui dollari americani, implica
molte interpretazioni. La più riconosciuta è quella legata alla nascita
degli Stati Uniti per mano di un gruppo di massoni: George Washington, in testa. Per Robert De Niro e per i più alti gradi dell’Intelligence americano, Dio è la CIA stessa. Per essere più chiari, la CIA è come Dio: può fare e disfare a suo piacimento. O meglio ancora può, decidere e cambiare destini, per la sicurezza nazionale. The Good Shepherd, il buon pastore del titolo (perché di pecore da governare è pieno il mondo), è un certo Edward Wilson (o Carson a seconda delle esigenze), un uomo senza qualità che attraversa la storia dei servizi segreti statunitensi dalla seconda guerra mondiale alla crisi della Baia dei Porci. Un uomo che per il
paese (e le sue demagogiche regole “Democratiche”) discende nella solitudine sacrificando famiglia e (forse) ideali incapace com’è di prendere decisioni diverse da quelle che gli vengono imposte. Edward Wilson, non fa male a nessuno, al massimo per le sue decisioni qualcun altro lo farà per lui.


In quest'ottica, la vicenda umana e "professionale" può prestarsi a più piani di lettura. Ma De Niro si astiene a dare (giustificare?) intenti politici, tutt'al più si limita a sottolineare come un cieco senso del dovere arrivi a giustificare qualsiasi eccesso se espletato per una "giusta causa". Un film sulla CIA, dai tempi rallentati (non c'è azione come ci si dovrebbe aspettare da un tema come questo), che si addentra nei meandri meno conosciuti, per capire le strategie che muovono gli intenti dell'intelligence. Non si può parlare di capolavoro, ma per il grande Bob, che inseguiva questo progetto da più di quindici anni, si tratta del film di una vita, proprio come lo fu "C'era una volta in America" di Sergio Leone.
Una storia che, secondo l'autore, avrebbe ancora molto da raccontare. E già si parla di una trilogia...

giudizio: * *



(Mercoledì 18 Aprile 2007)


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