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 La kermesse più famosa sul cinema popolare asiatico Far East Film Nona edizione a Udine dal 20 al 28 aprile
UDINE – La via della seta, oggi, non è più una linea che attraversa la mappa dell’Asia: è un percorso che attraversa la mappa del mondo, una rotta che congiunge Oriente e Occidente. Una straordinaria via del cinema che, trasportando preziosissimi carichi di celluloide, conduce ancora una volta a Udine e al suo Far East Film Festival.
Tutti i riflettori, dunque, sono puntati sulla nona edizione, programmata dal 20 al 28 aprile e sempre firmata dal Centro Espressioni Suddiviso tra il Teatro Nuovo e gli spazi del Visionario, Far East 2007 comprenderà complessivamente cinquantanove titoli (senza contare le 16 ore di lavori televisivi inseriti nella sezione retrospettiva), tracciando ed esplorando nuovi itinerari: dal cinema new wave di Patrick Tam, alle magniloquenze dei blockbuster giapponesi, dalle stravaganze filippine alle consolidate abilità coreane, dai batticuori thailandesi alle inconfondibili emozioni del cinema di Hong Kong e della Cina continentale, fino a scivolare nel buio dell’Horror Day. Parallelamente alle proiezioni in anteprima Occidentale, tra cui il Titanic nipponico Umizaru 2: Test of Trust, lo 007 filippino Agent X44 e lo Jules et Jim taiwanse Eternal Summer (senza dimenticare il sequel di Nana e il catastrofico Sinking of Japan), non mancheranno i tradizionali approfondimenti quotidiani, con gli incontri del pomeriggio, così come gli eventi nell’evento, a cominciare da corposo tributo a Patrick Tam.
DORORO – Un samurai per l’opening night
L’edizione 2007 si aprirà ufficialmente venerdì 20 aprile con un’anteprima occidentale assoluta: il mega-fantasy nipponico Dororo di Shiota Akihiko (già autore del dramma adolescenziale Harmful Insect, presentato a Venezia nel 2001). Tratto dal noto manga di Tezuka Osamu, considerato il padre del fumetto giapponese, il film è diventato ben presto in patria il più grande e clamoroso successo commerciale della stagione. Unendo una vocazione, tutta orientale, verso la descrizione di mondi immaginari popolati da mostri, draghi e supereroi, Dororo racconta la figura di un samurai guerriero costretto a lottare contro 48 demoni per riacquistare altrettanti sezioni del proprio corpo. Spettacolare e visionario, e allo stesso tempo divertente e scanzonato, il film contiene tutto il surrealismo del fumetto da cui nasce, mantenendone la sua candida ingenuità…

MADE IN CHINA – La nuova voglia di sorridere
La Cina, con i suoi oltre 300 film prodotti nel 2006, ha un ruolo rilevante nella selezione del Festival: saranno infatti 8 (numero record nella storia di Far East Film) i titoli mainland chiamati a documentare una cinematografia in crescita, in mutazione perpetua, finalmente capace di confrontarsi con il sistema dei generi e con un pubblico che ha affinato i propri gusti diventando sempre più esigente. Ora che la parola d’ordine “fare profitti” ha affiancato e superato quella vecchia di “servire il popolo”, la Cina pensa a polverizzare il box office: la censura ha allargato le proprie maglie, autori “banditi” vengono riabilitati e le storie raccontate sono sempre più audaci. Pensiamo a Zhang Yibai (già a Udine, nel 2003, con l’opera prima Spring Subway) e al suo Curiosity Kills The Cat, una torbida e stilizzata variazione sul tema di Attrazione fatale che parla di sesso e di tradimenti, di ambiguità e d’incertezza, di nuovi ricchi e di dubbie moralità (il tutto, peraltro, ambientato sullo sfondo di Chonqing, megalopoli sempre più gettonata dai giovani registi cinesi come ideale “paesaggio dell’anima” e come fotografia delle enormi contraddizioni socio-economiche del Paese). Oppure, ancora, pensiamo a Teng Huatao (applaudito a Far East Film 2002 per la rivelazione One Hundred…) e al suo coraggioso The Matrimony, primissimo ghost-melò della storia del cinema cinese: un delicato e sensuale “melodramma con fantasma” dove quest’ultimo compare a pieno titolo, a dispetto delle restrizioni governative che fino ad ora censuravano gli spettri, come protagonista… A testimonianza di questo clamoroso processo di modernizzazione, volto a garantire il successo commerciale del prodotto nazionale (i film locali hanno raggiunto il 55% degli incassi al botteghino), The Matrimony è solo una delle tante sorprese che la selezione cinese riserverà al pubblico del Far East. Oltre a One Summer With You di Xie Dong, dolce istantanea di un amore giovane e innocente, oltre a Young And Clueless di Tang Danian, noto per le sceneggiature di Beijing Bastards e Le biciclette di Pechino, oltre a Thirteen Princess Trees, feroce love story liceale raccontata da Lu Yue (ex direttore della fotografia di Zhang Yimou), a Udine si vedranno infatti anche delle commedie: nuovo trend ed espressione della nuova voglia di divertirsi e di sorridere del pubblico cinese. Appartengono al genere la black-comedy The Case della giovane regista Wang Feng, che con ritmo brioso gioca con il destino e descrive la messa in discussione dei ruoli tra uomo e donna all’interno della coppia tradizionale, e, soprattutto, la parodia frenetica di The Big Movie di Ah Gan, in cui si passano ironicamente al dettaglio alcuni capisaldi del cinema contemporaneo, da The Matrix a In The Mood For Love fino alla Foresta dei pugnali volanti, «trasformandoli in elementi di una storia incentrata sulla spettacolare e inquietante crescita del mercato immobiliare di Shanghai (parodia, quindi, ma con un tocco di critica sociale)». I film mainland, quest’anno, mostreranno dunque in maniera evidente l’efficacia della nuova politica cinese sull’industria cinematografica, i risultati delle riforme, delle recenti aperture, degli sforzi finanziari compiuti nel settore che hanno portato a una indubbia fioritura di generi e a una freschezza inedita e sorprendente.
HONG KONG - Fareastwood!
Come ogni anno, il cinema di Hong Kong è il collante più forte: quello che permette a noi occidentali di immergerci in un universo magico di sogni metropolitani, dove Oriente e Occidente si fondono cancellando i reciproci confini… A dispetto della crisi evidente (riduzione del numero di film prodotti, pirateria, disaffezione del pubblico locale verso le sale cinematografiche), Hong Kong non si dà per vinta e attraverso co-produzioni con la Cina, il Giappone e anche la Corea, attesta la sua posizione di “città stato”, apolide, fulcro creativo dell’Estremo Oriente dove il cinema si incontra, dove si può sperimentare e inventare. Hong Kong, ancora una volta, punto di riferimento per l’intera Asia, quindi, e lo testimonia la prima edizione degli Asian Film Awards (marzo 2007), gli Oscar del Far East, dove si sono consumati rituali divistici e dove per la prima volta le star, i registi e i produttori di diverse nazionalità asiatiche, uniti, sono apparsi consapevoli della propria forza produttiva e creativa formando una nuova e antitetica Hollywood: una vera e propria Fareastwood… I film di Hong Kong, al Far East 2007, saranno “pochi ma buoni”, un totale di 7, a cominciare dall’anteprima delll’attesissimo thriller Confession of Pain della coppia Andrew Lau e Alan Mak (gli autori della trilogia Infernal Affairs). Questa straziante confessione di un dolore, girata con uno stile sontuoso, è tra le migliori produzioni dell’anno 2006 e colpisce per il suo aspetto di “thriller dell’anima”, dove a contare non è tanto l’azione, il ritmo, la ricerca del colpevole ma l’espressione di un sentimento, la confessione (quella del titolo) di una perdita incolmabile che segna per sempre e dalla quale è impossibile ogni riscatto. Girato tra Hong Kong e Macau, con un cast da brivido (Tony Leung Chiu-wai, Takeshi Kaneshiro, Xu Jinglei e Shu Qi), il film è già stato venduto in America alla stessa squadra di The Departed e presto lo si vedrà in versione remake. Sempre al genere poliziesco appartiene Eye in The Sky, esordio alla macchina da presa di Yau Nai Hoi (sceneggiatore storico di Johnnie To, da Hero Never Dies a PTU), qui alle prese con un film che, svelando lo zampino di To, punta tutto sul fattore visivo. Il guardare è l’oggetto del film e in questo guardare, in questo continuo intreccio di sguardi, i dettagli assumono un’importanza strategica e determinante.
(Mercoledì 11 Aprile 2007)
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