 La Svizzera in giro per l'Italia Inland Archiv Foto ed installazione video in mostra a Venezia
di red.  Venezia. Si inaugurerà mercoledì 28 la mostra Inland Archiv (2004), ideata e prodotto da Erich Busslinger che, secondo la definizione dell’autore: “apre una finestra audiovisiva che offre vedute su realtà attuali della Svizzera”. Seguendo il principio della casualità, le immagini della video installazione si mescolano vorticosamente, combinando il materiale di 258 videoclip in ritratti sempre nuovi e sorprendenti. Dopo la presentazione dell’opera alla Mostra Internazionale “Invideo” l’autunno scorso, Inland Archiv diventa (dal 2007) un’installazione interattiva dal titolo “La Svizzera in giro per l’Italia” che tocca varie città italiane. Dopo Trieste (in occasione di “Alpe Adria Cinema”), Roma (presso l’Istituto Svizzero) e Venezia, l’installazione verrà presentata a Lucca (dal 30 settembre al 28 ottobre) e al Centro Culturale Svizzero di Milano (dal 9 novembre al 15 dicembre). L’esposizione è coprodotta dall’ Istituto Svizzero di Roma.
La video installazione “Inland Archiv”, che significa archivio del territorio nazionale, riunisce una sequenza di alcune centinaia di immagini che, nel suo farsi dinamico e interattivo, ottiene una visione d’insieme della Svizzera, che evidenzia le dicotomie e le differenze sociali, culturali e linguistiche elvetiche. “Inland Archiv”, ideato dallo svizzero Erich Busslinger, è un work in progress ed è nato nel momento in cui l’artista, tornato da un lungo soggiorno in Russia, ha visto il proprio paese con occhi nuovi e quasi estraniati. Ha così cominciato a filmare per anni, dal 1999, la Svizzera nei suoi vari aspetti, osservando con riprese lunghe e meditative i rituali di ogni giorno ma anche i cambiamenti sociali, realizzando un ritratto non convenzionale di questo paese, una sorta di “fenomenologia” della vita quotidiana elvetica in video. Nello stesso tempo, afferma Busslinger, “il viaggio nel mio paese è diventato un viaggio verso la mia origine”. L’autore dice di non aver voluto trovare le immagini tipiche ma, semmai, quelle irritanti e stridenti. Ne emerge il conflitto fra lo spazio urbano e le dimensioni rurali, il confronto fra le zone industriali e i parchi naturali, come pure la dimensione del folklore e dei fenomeni di solitudine.

La mostra è un invito a vedere a guardare al di là di ciò che si vede: il video non soggiace agli stereotipi delle cartoline romantiche della Svizzera. E attraverso la video installazione di Busslinger, la fisionomia della Svizzera appare estremamente complessa e contradditoria: sul retro della cartolina lucida con lo chalet, i gerani, le mucche e le cime innevate, c’è una cultura molto più articolata e ricca, molto più problematica e dolorante.
Secondo la definizione della scrittrice Anna Ruchat la mostra: “E’ una Svizzera a pezzi, molto agricola, molto folcloristica, molto alpina ma anche sinistramente asettica nelle sue manifestazioni urbane, con i marciapiedi larghi, il cemento delle panchine vuote, automobilisti sudati fuori dalle auto ferme in coda sull’autostrada del Gottardo per il rientro estivo, reclute che svengono al termine delle esercitazioni: un puzzle da mille varianti, un insieme di non storie, di pure immagini che aspettano di essere collocate o non collocate a seconda di quanto lo spettatore tolleri di tenere il suo mondo in sospeso.”
“Non è né giornalismo, né documentario; non c’è da imparare nessuna lezione, pensieri da pensare. Il tono non è pedante, “seguitemi e osservate”. Né è innocente. Questa è una provocazione, un invito a collegare, una istigazione a guardare al di là di ciò che si vede. L’Archivio non soggiace agli stereotipi delle cartoline romantiche della Svizzera. Vengono invece presentati dei prototipi del comportamento umano. Con un approccio diretto, la cinepresa cattura e rivela l’essenziale e l’universale. Gli stereotipi rafforzano letture superficiali dell’apparenza. I prototipi possono rivelare la natura essenziale di qualcosa. Sono attimi nel tempo che sembrano dilatati, rallentati (ma in tempo reale), focalizzati su un evento. E’ un occhio impigliato fra la fotografia e il cinema.
(Lunedì 26 Marzo 2007)
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