 Un film di Chris Noonan Miss Potter Sulla vita della scrittrice Beatrix Potter
di Samuele Luciano Ebbene sì, c’è stato un periodo in cui non c’erano i cartoni animati, o meglio quelli animati elettronicamente. Un periodo di decoro “vittoriano” in cui nessuno si sarebbe sognato di disegnare conigli, anatrelle, ranocchi in giacca e cravatta e renderli protagonisti di piccoli romanzi. Nessuno, a parte una bambina, la quale contro ogni luogo comune, amava gli animali e godeva della loro compagnia, nonostante non fosse nata in una fattoria, ma bensì in una famiglia iperborghese dell’Inghilterra ottocentesca. Chris Noonan (regista di “Babe - maialino coraggioso”) fa un passo in avanti, e sfruttando ancora il filone fantastico ci racconta stavolta una storia vera, quella della scrittrice Beatrix Potter, che a quasi 40 anni fece della sua peculiare immaginazione il proprio pane, al punto da poter distaccarsi dai salotti e dai matrimoni di convenienza tanto di moda in una certa società. Il lavoro di Reneé Zellweger che interpreta la scrittrice, sta tuttavia nella costruzione di una ribellione “educata”, in perfetta sintonia con l’ambientazione storica. La sua Miss Potter non è quindi una donna “mobile”, ma una gentildonna che usa esclusivamente i muscoli facciali (inclusa la lingua) per imporre il suo disappunto nei confronti del più stupido classismo.

Noonan, dal suo canto, non perde mai d’occhio la Zellweger (anche produttrice esecutiva del film) e sceglie di narrare un “english dream” adottando uno stile semplice, fatto di inquadrature classicheggianti che evocano, con sorprendente efficacia, un certo cinema in costume degli anni ’30 e ’40. Ma la vera colonna portante del film è l’innamoramento pudico tra Miss Potter e il suo editore Norman Warne (Ewan McGregor) con le relative gag, (compresa la domestica che fa da perenne candela tra i due). Difficile non stupirsi di fronte ad un mascalzone come McGregor nei panni di un giovane impacciato, che continua a dare del “voi” alla sua fidanzata e si commuove davanti ad un quadro che ritrae una famiglia di leprotti. Né si può resistere ai duetti di femminismo sussurrato tra Beatrix e la sorella di Norman (interpretata da una sempre più brava Emily Watson). Non si capisce perciò l’esigenza di interrompere questo climax nel bel mezzo del film.
giudizio: * * *

(Venerdì 2 Febbraio 2007)
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