 Protagonisti dietro le quinte Stefano Abbadessa Mercanti Il Commissario che ama il cinema
di Oriana Maerini  E’ difficile trovare un politico che abbia una carriera di attore alle spalle, una passione per il cinema e un animo da poeta. E' il caso di Stefano Abbadessa Mercanti, Commissario del Comitato Regionale delle Telecomunicazioni del Lazio (CORECOM), dove è responsabile del settore Cinema. Mercanti è un architetto prestato alla politica dal cuore ambientalista che adora la campagna romana e, per sostenere e promuovere l'immagine della sua terra, ha ideato e organizzato un concorso cinematografico molto particolare. Si tratta di un Concorso Nazionale per cortometragg dal titolo emblematico: “Il Lazio, terre, genti e miti”. Lo abbiamo incontrato perchè ci incuriosiva la versatilità di un personaggio politico che usa tutte le armi in suo possesso per valorizzare il territorio che ama. E la settima arte è davvero un grande strumento di comunicazione.
Lei ha scelto anche il titolo del concorso? Si, mi sono divertito ad inventare un titolo che potesse esprimere quello che avevo in mente. Noi del Lazio siamo l’unico Corecom d’Italia che si occupa di cinema ed ho pensato a lungo sul modo in cui potevo promuovere la settima arte. Ho cercato di lavorare per comunicare in termini visivi che cos’è il Lazio e per cercare di esprimere le sue specifiche caratteristiche territoriali e culturali.
Sembra innamorato del suo territorio... Si, l’idea di questo concorso nasce dalla mia storia personale di amore con la campagna romana. Anche la mia preparazione professionale ricalca questo aspetto. Per cinque anni sono stato assistente del corso sui carattareri tipologici dell’architettura e dei luoghi ed ho sviluppato un attitudine allo studio sulla ricerca dei caratteri del territorio. Credo che la conoscenza dei luoghi e la storia dei paesaggi dell’uomo sia elemento anche per una base creativa. Soprattutto per un nostro futuro: solo conoscendo bene il nostro territorio e difendendo le sue tradizioni saremo pronti ad accogliere le diversità altrui.
Com'è stata l'affluenza di opere per la prima edizione? Nonostante la scarsa pubblcità abbiamo ricevuto un gran numero di opere, soprattutto dalla provincia che da Roma. Terracina e Tivoli sono state, inoltre, le città che hanno risposto con maggior interesse. Molto materiale era interessante ma c'erano anche tanti prodotti amatoriali.
Qual è il bilancio di questa prima esperienza? E' stato un successo sia in termini di pubblico che di interesse dei media. Otti tv locali hanno trattato il festival con speciali e ci hanno chiesto di mandare in onda i documentari presentati.

Abbadessa Mercanti premia il vincitore del festival
Quali novità ci saranno nell'edizione 2007? Operò un cambiamento nella selezione delle opere. Voglio dare un taglio più professianale al concorso e sceglierò, insieme alla giuria, dei candidati professionisti per aumentare la qualità del prodotto. Il primo anno ho effettuato una sorta di sperimentazione. L’obbiettivo è far produrre sul Lazio dei documentari di alto livello che siano "esportabili" così da poter esportare l'immagine della regione. Per la prossima edizione ho in mente di coinvolgere il Centro Sperimentale di Cinematografica ed altre scuole di cinema. Voglio fare un lavoro insieme i vari produttori cinematografi. Cambierò anche un po' il bando di concorso che quest'anno escludeva le opere vincitrici di premi. A causa di questa clausola ho dovuto escludere un corto molto bello perché aveva vinto un prestigioso riconoscimento internazionale.
Come nasce la sua passione per il cinema? Dal punto vista professionale. Infatti ho iniziato come attore ed ho intrapreso la carriera di doppiatore per il cinema e per la televisione. Nasco prima come attore e poi come architetto. Recitare mi ha permesso di mantenermi gli studi all’università: esattamente il percoso inverso che fanno oggi molti giovani attori. All’epoca doppiando si guadagnava molto bene. Mi sono occupato dell’edizione italiana di molti film ed ho doppiato serie televisive importanti come Star Trek.
Qual è il suo regista preferito? Io sono partito da grandi amori: soprattutto Visconti. Ritengo che Morte a Venezia sia, con la sua lentezza e la sua atmosfera romantica, un capolavoro insuperabile. Inoltre amo molto il cinema di Kiéslowski che conosco nella sua interezza. Ma il film che tocca il vertice per me è Ladri di biciclette: l'ho visto 40 volte ma ancora mi commuove. L’immagine finale in cui il banbino prende la mano del padre e si inverte il rapporto di forza denota una capacita creativa ed espressiva senza precedenti. Nell’assoluta semplicità e senza trovate tecniche riesce a trasmettere le emizioni forti e vere dell'animo umano.
(Giovedì 25 Gennaio 2007)
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