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Quando il potere inquina l’anima

Tutti gli uomini del re

Diretta dallo sceneggiatore di Schlinder’s List


di Roberto Leggio


Il potere logora chi non ce l’ha. La frase fatta del più grande e funambolico statista italiano (Andreotti docet), ben si sposa alle “nefandezze” politiche di un ex bifolco (buono) diventato governatore (senza scrupoli) della Louisiana in epoca Maccartista. Il burocrate è Sean Penn (mimica perfetta, nevrosi incluse, spietatezza da vendere), mellifluo signor nessuno che riesce a farsi eleggere grazie ai suoi comizi infuocati contro i ricchi latifondisti. Ben presto però, il suo idealismo viene inquinato da un’insaziabile fame di potere che coinvolgerà drammaticamente amici e parenti che hanno favorito, con i loro consensi, la sua inarrestabile ascesa.



Quasi un remake molto aggiornato del capolavoro di Robert Rossen, che nel 1950 si aggiudicò tre Oscar; questa versione diretta dallo sceneggiatore di Schlinder’s List Steven Zaillian, è suddiviso in due atti ben distinti. Nella prima si legge tutta l’apologia sulle miserie (e le dubbie macchinazioni per tenersi in sella) di un uomo fagocitato dalla sua bramosia di potere. Nella seconda, più per contrasto che per lucidità narrativa, vi è descritta la parabola interiore del giornalista collaboratore (Jude Law), usato come mezzo per eliminare qualsiasi ostacolo si sovrapponga al politico, in una girandola di misfatti dal quale nessuno uscirà vincitore.



Se i dialoghi sono calibrati al millesimo, il film soffre però di una regia che coadiuva tutto ai soli due protagonisti principali, che con la loro carica attoriale dovrebbero enfatizzare una trama a volte macchinosa. Così alla fin fine si resta un po’ perplessi sulle ansie psicologiche del potere (sul popolo, su se stessi) che dovrebbe invece essere il punto cardine di tutta la vicenda. Il finale però è da antologia: il sangue della vittima e del carnefice, si fondono assieme sul rilievo del Mississippi. Metafora emblematica sulle ambiguità della politica. Un male inarrestabile come un fiume in piena.



Giudizio **


YANG
Sean Penn
Politicamente scorretto


Malinconico e riflessivo
Sean Penn
Nel film "21 grammi"



(Venerdì 22 Dicembre 2006)


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