 Il successo è a un passo? Step Up È di ballo il miglior film di questa settimana
di Piero Nussio Il nostro consiglio per questa settimana è il film americano dedicato alla danza Step Up (Anne Fletcher, 2006). Un film adatto a tutti, nel senso buono del termine, perchè è sufficientemente ottimista, colorato ed allegro da poter essere visto nei pomeriggi invernali da tutta la famiglia insieme (o da un gruppo di amici di qualunque età). Strano effetto, questo, in epoca di PACS e di unioni di fatto di genere vario, che si continui a sentire il desiderio di recarsi al cinema tutti insieme, e che la scelta debba cadere per forza sui film comici di infima qualità con battutacce e situazioni di dubbio gusto.
Ma la colpa –almeno nella maggior parte dei casi- non è del pubblico, bensì del mondo del cinema che, in alternativa ai cinepanettoni, non sa far altro che continuare a proporre idioti film d’azione (Bond & Co.), i consueti film horror senza senso e senza coagulazione degli schizzi di sangue. Oppure dei tristissimi film italiani o francesi, pieni di dubbi esistenziali, che rovinano la digestione.

Step Up è l’unica risposta sensata a tutto questo. Cominciano dai difetti, dicendo che la trama è un po’ troppo zuccherosa, pur nell’ambito del sotto-genere “riscatto sociale grazie a...”. Aggiungiamo che, come in tutte le favole, la logica dei fatti viene un po’ piegata alle esigenze di sceneggiatura, e che nel “vissero tutti felici e contenti”, i cattivi diventano notevolmente più buoni alla penultima inquadratura. Aggiungiamo pure che, classico del genere danza, personaggi che provano strenuamente le loro difficili coreografie, poi se la cavano con uno scambio di battute di questo genere: «Ricordi ancora i nostri passi?» «Non potrei riuscire a dimenticarli nemmeno se volessi», e a quel punto si esibiscono in un duetto che nemmeno nei sogni di Nureyev un umano potrebbe realizzare senza allenamento...

Ma lasciamo le piccole incongruenze in cambio di una buona idea ed un’ottima realizzazione. La buona idea è quella di mescolare, far incontrare e scontrare, la danza classica moderna ed il ballo rap. Quest’idea porta con sé di ibridare la musica Rythm & Blues con i violini, e di far incontrare/scontrare una ragazza upper class di Baltimora con un giovane duro dei bassifondi, dedito al furto d’auto ed ai vandalismi, oltrechè a tutti i contorsionismi del ballo rap. La realizzazione, in coerenza con l’assunto narrativo, utilizza dei bravi ballerini presi tanto dalle accademie quanto dai fenomeni di strada, e lo stesso vale per i musicisti.
Come vogliono le regole del genere “danza”, la regista è un’esperta coreografa, che comunque non si trova per niente in difficoltà con la sua prima fatica cinematografica. Segno che l’abitudine ad organizzare le figure delle coreografie l’ha saputa aiutare a realizzare un film abbastanza corale, con un buon numero di personaggi in primo piano.
Certo, i protagonisti (Channing Tatum e Jenna Dewan) sono un po’ stereotipati nelle loro appartenenze di classe (o di ambiente), ma bisogna anche ammettere che di tanti esempi di vita nei ghetti neri, questo non ne è l’illustrazione peggiore.

La morale, come sempre in questi casi, è che il valore più grande della vita è nell’impegnarsi per realizzare i propri sogni, e nell’avere fiducia nei sentimenti e nell’amicizia. Un contenuto, certo, non molto rivoluzionario, ed in linea con l’ambiente Disney in cui l’opera nasce. Ma, forse, in questi tempi di nebbie globalizzate e di perdita di qualsiasi punto fermo di riferimento cui ancorare i propri valori, anche un messaggio così trito riesce a riprendere significato e validità.
Specie in occasione del Natale... Specie se il contenitore è allegro, la musica è buona, la recitazione accettabile, ed i personaggi simpatici.

(Giovedì 25 Gennaio 2007)
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