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 L'autore del libro N Ernesto Ferrero Dal quale è stato tratto il film di Paolo Virzì
di Paola Galgani  Nella suggestiva cornice del Museo Napoleonico di Roma si è tenuto, il 16 Ottobre, l’incontro con Ernesto Ferrero, autore del romanzo N. da cui è tratto il film di Paolo Virzì N (Io e Napoleone), da poco presentato alla Festa di Roma. All’incontro hanno partecipato anche la direttrice delle residenze napoleoniche di Portoferraio Roberta Martinelli, il curatore della guida Sulle tracce di Napoleone ed Elisa, Roberto Mosi, l’assessore al Turismo della Provincia di Livorno Fausto Bonsignori e, come moderatrice, Daniela Brancati de “Il Messaggero”. Un ritratto molto umano, quello che Ferrero fa del personaggio storico per eccellenza, ribaltando alcuni luoghi comuni ed incrementando un interesse e una passione già molto forti, come dimostra la pubblicazione negli ultimi anni di numerosi romanzi ed anche bestsellers sul grande condottiero. Il romanzo N. (edito da Einaudi, vincitore del Premio Strega nel 2000) ricostruisce i trecento giorni di Napoleone all'isola d'Elba, dal maggio 1814 al febbraio 1815, attraverso gli occhi di un letterato locale che diventerà il suo bibliotecario. Ferrero ha tenuto a sottolineare come, nell’immaginario collettivo formatosi dai libri di scuola, ‘Napoleone all’Elba’ coincida con l’immagine sfocata di un imperatore ormai in malinconico declino, mentre non era affatto così: l’imperatore dall’isola comandava, organizzava, e sorvegliava tutto fin nel minimo dettaglio. L’autore ci ha parlato dell’idea che è alla base del romanzo e al suo rapporto con il film di Virzì.
Come è nata questa sua passione così forte per questo personaggio storico? La passione è nata casualmente, dalla frequentazione dell’isola d’Elba da ragazzo (accompagnavo mia sorella che non poteva essere lasciata sola col fidanzato!). Mi capitò di vedere una bellissima mostra sui libri che Napoleone aveva prescelto con evidente erudizione tra i tanti disponibili, a formare una piccola biblioteca universale, quando stava per partire per Fontainbleau. Mi colpì scoprire che era un uomo di così alta cultura: fino ad allora di lui sapevo pressappoco ciò che si studia a scuola, date e battaglie, la storia politico-militare insomma. Nel mio immaginario era un generale vittorioso, sì, ma non pensavo che anche i generali potessero anche leggere! Questo dipende dalla visione impoverita che i manuali di scuola danno della storia, senza farci comprendere la vita e la cultura di un’epoca. Vedendo quei libri, pensai ad una frase di Marguerite Yourcenar: “si può capire un uomo dai libri che legge”, e mi colpì molto la selezione dei volumi che Napoleone aveva fatto: lì c’era il passato, il presente ed il futuro.
Ha fatto molte ricerche per il suo libro? Si, sull’onda di questo entusiasmo cominciai a leggere e a schedare tutto il materiale che trovavo, scoprendo che Napoleone era una figura molto più brillante di quanto immaginassi. Era uscito da una borghesia che non era né illustre né colta, ma aveva molti talenti: era uno statista, un imprenditore, un manager, un comunicatore. Non essendo nato principe, doveva convincere un numero enorme di francesi: divenne così un organizzatore sia del consenso sia della gestione del dissenso. Insomma, ho scoperto la sua modernità; si può parlare persino di un messaggio un po’ ‘americano’, perché è lui l’inventore della meritocrazia (che ancor oggi stenta ad affermarsi) che poi ha stimolato la borghesia dell’800 e del ‘900. Era lui il modello cui ispirarsi, come dimostra il fatto che molti borghesi chiamarono i loro figli ‘Napoleone’ sperando in una simile carriera….
Ci parli della suggestione che esercita l’isola d’Elba. L’Elba è uno dei luoghi più “napoleonici”, anche perché Napoleone non è mai stato fermo in nessun luogo, nessuno aveva potuto osservarlo così a lungo o così da vicino. Quella prima visita all’Elba per me è stato un incontro che mi ha cambiato la vita: da allora mi sento coinvolto nella passione per Napoleone. Peccato solo che il film non sia stato girato all’Elba! In ogni caso per l’isola d’Elba è un gigantesco spot turistico-promozionale!

Si sente di dire che il film è tratto dal suo romanzo? In realtà no, perché il film è una commedia che vira sulle note tipiche di Virzì, mentre il romanzo è più ricco di riflessione, com’è giusto che sia. A me interessava il problema di come si forma il consenso e di come lo si conserva; è ovvio che letteratura e cinema abbiano obiettivi diversi, il cinema più d’intrattenimento, ma va benissimo così. Lo sceneggiatore Scarpelli rende la storia molto vicina allo spirito di Virzì: al centro della storia non è Napoleone, che è in declino, un po’ patetico e grottesco, ma si punta tutta l’attenzione su una tipica famiglia toscana, ringiovanendo Martino che, come tutti i ventenni, sogna di uccidere ‘il tiranno’. Daniel Auteuil è un grande attore, ha saputo sfaccettare il personaggio con grande abilità, ed anche Elio Germano è una grande promessa. Nella mia idea il giovane bibliotecario ovviamente sono io, uno che aveva antipatia per quell’uomo e che alla fine si “inventa” un gesto, un attentato, che avrebbe dovuto preservare l’Europa dall’orrore di Waterloo.
Alcuni tratti del personaggio che lei ha descritto prima ricordano inquietantemente il nostro ex-premier…. In effetti nel film ci sono alcune battute che strizzano l’occhio al ‘mito’ di Berlusconi: un personaggio che si rivolge a Napoleone dicendogli: “Vostra Sommità, mi consenta!”, ed a un certo punto si parla di “Miracolo Napoleonico”. Per il resto, certo, tutte le personalità carismatiche hanno dei tratti in comune. Se è per questo anche Giulio Einaudi, con cui ho a lungo lavorato, aveva molti tratti in comune con Napoleone, essendo anch’egli molto carismatico (Ferrero fa un bellissimo ritratto di Einaudi nel libro I migliori anni della nostra vita, Feltrinelli, 2005 –ndr-). In tutti questi casi, come in altri (ma questa è una banale osservazione storica) si tratta di persone nate dal nulla, con una grande capacità di motivazione verso i propri collaboratori, in modo da tenerli tutti in tensione. Ma Napoleone resterà sempre il precursore.
(Venerdì 20 Ottobre 2006)
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