 Un’eccezione, dalla parte delle lobbies Thank you for smoking Una commedia raffinata
di Pino Moroni Sono anni che Hollywood sforna film contro le multinazionali, quelle del tabacco, dell’elettricità, della sanità, delle assicurazioni (Insider di Michael Mann, 1999; The rain maker di Francis Ford Coppola, 1997; Distinto gentiluomo di Jonathan Lynn, 1992; Erin Bronckovich di Steven Soderberg, 2000). Vedere un film, invece, in cui l’interprete sta dalla parte delle lobbies è un’eccezione. Thank you for smoking vanta, oltre un soggetto originale, una sceneggiatura stimolante e intelligente.
Aaron Eckhart, che ricorda Robert Redford da giovane, è Nick Naylor, il vicepresidente di una società che studia le conseguenze del fumo, finanziata dal cartello dei fabbricanti di sigarette.

Aaron Eckhart Con grande fascino, e con la sua ormai collaudata dialettica, Nick è il portavoce della Big Tobacco (il cui presidente è interpretato da un cinico Robert Duvall) per tutte le relazioni pubbliche.
La bravura del regista Jason Reitman, figlio di quell’Ivan Reitman che ha creato i Ghostbusters/b>, è quella di rendere simpatica una tipologia di persona considerata odiosa.

Robert Duvall Le riunioni in un pub con gli altri p.r. “mercanti di morte” (Maria Bello per l’industria degli alcolici e David Koechner per la lobby delle armi) sono le sit-com più simpatiche e originali mai viste sullo schermo.
I rapporti con la moglie –separata e convivente con un dottore salutista- e con il figlio sono tra le parti più felici del film. Il padre, nelle sue scorribande lavorative cerca di insegnargli ad “usare sempre e solo il cervello”.
Le parti, invece, in cui il senatore ambientalista e proibizionista Finisterre (quel W. C. Macy che era il viscido protagonista di “Fargo”) cerca di contrastare Nick Naylor e farlo incriminare dal Congresso sono una “brutta copia” delle sedute del senatore McCarthy. Fa comunque piacere trovare, alla fine, la vittoria del grande principio che sostiene la Costituzione e la società americane: la libertà dell’individuo e delle sue opinioni.

W. C. Macy Dice il senatore Finisterre a Nick: «Lei insegna a fumare a suo figlio dodicenne» «No, fino a dieciotto anni, gli insegno solo a capire.» «A 18 anni, fumerà con lui la sua prima sigaretta?» «A 18 anni, se avrà deciso di fumare, gli comprerò il primo pacchetto di sigarette».
Nick Naylor vince sul senatore Finisterre con la sua dialettica, ma è il regista Jason Reitman che vince con una raffinata commedia (la nuova “sophisticated comedy”) che, facendo sorrider, fa anche pensare, e non ripete tutti i luoghi comuni che ci siamo abituati a vedere nei “format” di ogni genere.

Aaron Eckhart
(Lunedì 25 Settembre 2006)
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