 Protagonista del film di Renzo Martinelli Harvey Keitel Nel ruolo di un cristiano convertito all'Islam
di Oriana Maerini  Roma. Occhiali neri, camicia blu e solito sguardo sornione e accattivante. Così l'affascinante attore americano Harvey Kailtel, accompagnato dal fedele agente, si è presentato nella capitale per la promozione del suo ultimo film italiano: Il mercante di pietre di Renzo Martinelli. La pellicola svela la doppia vita di Ludovico Vicedomini (Keitel), un cristiano apostata convertito all'Islam che dietro l'apparenza di un insospettabile commercio di pietre preziose con l'Afghanistan e la Turchia nasconde la sua appartenenza a una cellula 'dormiente' di Al Qaeda. Il suo compito è quello di applicare la "strategia della colomba" che consiste nel sedurre una ragazza (Jane March) per trasformarla in un inconsapevole vettore di morte. Ma commette un errore: innamorarsi della sua "colomba" sacrificale. Harvey keitel è uno degli attori culto del momento ma non si dà arie. Disponibile, quasi sempre sorridente, informale e spiritoso, il sex-symbol che ha fatto sognare milioni di donne con la stupenda interpretazione in "Lezioni di Piano" di Jane Campion si concede senza remore alle domande e parla della sua carriera di attore. Nato a New York nel 1947, nel quartiere di Brooklyin, ha studiato all'Actor's Studio di Lee Strasberg. Ha iniziato la sua carriera, nella metà degli anni '60 con numerosi lavori Off-Broadway ma è stato scoperto da Martin Scorsese che lo ha scelto come protagonista del suo primo lungometraggio, "Chi sta bussando alla mia porta?" (1968) Con Scorsese recita anche in "Mean Street" , "Alice non abita più qui" e "Taxi Driver". Nel 1977 dà una delle sue prove migliori con l'interpretazione dell'ufficiale napoleonico, assillato dal senso dell'onore, nel film "I Duellanti" di Ridley Scott. Dieci anni più tardi riscuote un notevole successo con "L'ultima tentazione di Cristo" mentre nel 1981 recita in "Thelma e Louise".

Una scena de "Il Mercante di Pietre"
Come mai ha scelto di interpretare un terrorista? Perchè mi ha spinto a pensare, a riflettere su un tema molto importante. Quando ero ragazzo sono stato arruolato nel corpo dei marines poi sono arrivato a Manhattan e sono venuto a contatto con un gruppo di attori. Era il periodo della guerra in Vietnam e tutte le persone con le quali recitavo discutevamo della guerra. Io da ex marines ero a favore dell'intervento e litigavo con tutti. Poi ho letto un libro "L'arroganza del potere" e quella lettura mi ha fatto cambiare idea ed anch'io sono sceso in strada a manifestare contro la guerra.
Che cos'ha in comune con il Mercante di Pietre? Siamo tutti come Ludovico. Tutti ci possiamo trasformare in qualcosa di diverso, possiamo cambiare idea nel bene e nel male. Possiamo diventare terroristi, radicali e fondamentalisti se non si affronta il dibattito con gli altri. Io sono riuscito ad evolvermi grazie agli incontri che ho fatto ma un ragazzino mussulmano che frequenta solo le madrasse, se non ha la possibilità di incontrare qualcuno che gli faccia cambiare idea, che chance avrà nella sua vita?
Perchè ha scelto di lavorare con una regista italiano? Sono venuto in Italia per cercare di saldare un debito di riconoscenza: restiture almeno un po' di quell'emozione che gli autori italiani hanno dato a me e a tutto il cinema americano. Credo molto nel talento italiano e spero, quindi che il vostro governo e gli investitori privati lo sostengano. lI cinema italiano deve poter continuare a raccontare ancora a lungo le storie straordinarie che lo hanno caratterizzato.
Lei è uno degli attori americani più richiesti del momento e non si risparmia... Mi fermerò quando sarò morto.
E’ noto per la versatilità delle sue interpretazioni. Come sceglie determinati ruoli? I personaggi che mi ispirano sono quelli che mi aiutano a compiere l'evoluzione della mia personalità. Il patrimonio di un attore è composto da tutti quei film che in qualche modo l'hanno cambiato. "La Battaglia di Algeri" di Gillo Pontecorvo è uno dei film che mi ha aiutato a capire chi sono.

Lei è uno degli attori più eclettici, come si rapporta ai ruoli diversi che interpreta? La tecnica di recitazione non cambia, è sempre la stessa, sono i ruoli che cambiano potrei parlarle della tecnica ma esistono dei buoni libri e occorerebbero degli anni! Io stesso sto ancora cercando di capirla. (ride)
Quanto è importante la sceneggiatura per il successo di un attore? Moltissimo! Al Pacino e Robert De Niro sono diventati grandi, anche, grazie alle storie che hanno avuto occasione di interpretare. Anch'io sono stato fortunato: mi è capitato di recitare in film molto importanti, con ruoli che mi hanno entusiasmato.
Ha lavorato con i migliori registi americani ed europei quali Scorsese, Scola, De Palma, Scott. Ha mai vissuto contrasti sul set? Ho avuto dei maestri molto bravi prima in teatro poi nel cinema. Per me non esiste conflitto fra attore e regista: sul set sii cerca di cooperare per lavorare insieme al meglio, di superare le divergenze di opinioni. Posso affermare ciò perché, fortunatamente, questo è, più o meno, il rapporto che ho sempre avuto con i registi con i quali ho lavorato. E' lo stesso rapporto che ho con mia figlia: le voglio bene ma ogni tanto ci discuto.
Nel film "Dal tramonto all'alba" ha interpretato il ruolo di un pastore che ha perso la sua fede e che combatte contro i vampiri. Ama i film horror? Credo che, attraverso queste figure angeliche o malefiche, si cerchi di capire la natura dell'uomo. E' un mezzo per esplorare il proprio ego, per imparare a conoscersi, per capire il lato oscuro di noi stessi. Purtroppo,oggi, sempre più spesso, al cinema quando si uccide un nemico ne spunta un altro. Credo che non si riuscirà a venirne a capo finché il cinema non ricomincerà a raccontare delle belle storie.

Una scena de "Il mercante di pietre"
(Giovedì 14 Settembre 2006)
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