 Il restauro del film sarà presentato al Festival di Venezia Il feroce saladino Pellicola rara di Mario Bonnard
di Carlo Boccia Per chi ama il cinema d'autore recuperato c'è un grande evento domani alla 63’ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Sarà, infatti, presentata, il primo settembre, dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano insieme al Museo Nazionale del Cinema di Torino, la versione restaurata del film di Mario Bonnard Il feroce Saladino del 1937. Il restauro di questa pellicola rarissima è un omaggio a una delle più grandi attrici italiane, recentemente scomparsa, Alida Valli, diva che fece innamorare l’Italia dei telefoni bianchi e la grande Hollywood.
La genesi del film
Il feroce Saladino è un’astuta miscela di generi: un po’ di commedia sofisticata, un po’ di farsa teatraleggiante, un po’ di musical, un po’ di vita dello spettacolo che diventa spettacolo della vita; ed è anche una miscela di moduli italiani e di moduli americani. Il film presenta elementi di grande interesse dal punto di vista del prodotto culturale e della comunicazione dell’epoca. Il personaggio del Saladino nasce come figurina della Buitoni – Perugina che si servì delle immagini adesive, disegnate dalla raffinata penna di Angelo Bioletto, come strumento per la propria campagna pubblicitaria. Collezionare queste figurine e completare l’album permetteva di vincere numerosi e ricchi premi. Una delle figurine rarissime e introvabili era quella rappresentante il feroce Saladino, per ottenerla si facevano scambi incredibili. La rarità della figurina del Saladino fece nascere attorno a sé il primo mito popolare di comunicazione di massa, che contagiò il mondo della radio, quello editoriale e discografico. Era, quindi, inevitabile che il cinema fosse attratto da questa figura mitica. Fu il regista Mario Bonnard a volerne fare un film che aveva come protagonista Angelo Musco. A interpretare il ruolo della bella Sulamita – altro personaggio/figurina della saga – una giovanissima Alida Altenburger, cui Bonnard scelse il nome che diventerà celebre: Alida Valli.

Una scena del film Il restauro: Per il restauro de Il feroce Saladino sono state impiegate le migliori tecnologie digitali e analogiche, nel rispetto assoluto dei materiali utilizzati. Restauro eseguito, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, Jaeger Le Coultre, la Biennale di Venezia, Provincia di Milano – Settore Cultura, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a partire da una copia positiva su supporto nitrato conservata presso gli archivi della Fondazione Cineteca Italiana. Dalla copia positiva su supporto nitrato è stato stampato un controtipo di conservazione che è stato successivamente acquisito e lavorato in digitale per il restauro dell'immagine e del suono dal laboratorio l’Immagine Ritrovata di Bologna.
Scheda del film: IL FEROCE SALADINO R.: Mario Bonnard. Int.: Angelo Musco, Alida Valli, Rosina Anselmi, Mario Ciotola. Italia, 1937, b/n, ’94. Un artista di varietà (Angelo Musco), in crisi perché ormai giunto alla fine della propria carriera, si cimenta nel tentativo di aiutare una ragazza (Alida Valli) che vuole cominciare a calcare le scene. Intanto è costretto, per vivere, a vendere dolciumi in un teatro. Il caso vorrà che proprio dai cioccolatini nasca la sua fortuna. Durante uno spettacolo infatti dalla sua fornitura di cioccolata vengono scartati numerosi dolcetti contenenti l’ambita figurina dell’introvabile Feroce Saladino, la stessa che aveva reso famoso il concorso della Perugina. La confusione che avviene in sala suggerisce all’impresario di mettere in scena una rivista musicale nella quale il vecchio artista interpreterà la parte del personaggio rappresentato nella figurina preziosa. La rivista ha successo e in essa la giovane cantante può trovare la propria affermazione artistica interpretando l’altra rarità del concorso: la Bella Sulamita.
Biografia del regista: Mario Bonnard fu dapprima un acclamato attore iniziando dal teatro. Latin lover del muto e partner di Lyda Borelli in Ma l'amor mio non muore (1913) di Mario Caserini fu bersaglio delle satire di Petrolini che sul suo personaggio creò la macchietta di Gastone più tardi ripresa da Alberto Sordi nel film Gastone, diretto nel 1960 dallo stesso Bonnard al termine di una lunga carriera di regista iniziata nel 1919.
(Mercoledì 30 Agosto 2006)
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