 Leone d'oro alla carriera David Lynch Alla 63.ma Mostra d'arte cinematografica di Venezia
di Oriana Maerini 
David Lynch riceverà il 6 settembre prossimo il Leone d’Oro alla carriera della 63° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Per omaggiarlo vi proponiamo un ritratto del geniale regista.
David Lynch è considerato un artista a 360 gradi in quanto è non solo regista ma anche attore, produttore, sceneggiatore, compositore e pittore, Cineasta poliedrico e geniale ha dichiarato più volte che avrebbe voluto fare lo psichiatra. Per il suo primo lungometraggio Eraserhead del 1977 è stato autore di regia, produzione, sceneggiatura, fotografia, montaggio ed effetti speciali. Film enigmatico e minimale fu giudicato inizialmente impossibile da distribuire ma, grazie all’aiuto del distributore Ben Barenholtz, divenne subito un cult e fu uno dei film più proiettati per i successivi dieci anni, divenendo un successo per la critica. Nato a Missoula nel Montana il 20 gennaio 1946, è anche professore alla European Graduate School ed ha fondato la David Lynch Foundation for Consciousness-Based Education and Peace per raccogliere fondi per la diffusione della meditazione trascendentale, che pratica da 32 anni due volte al giorno, per 20 minuti. Indicato come il capostipite del nuovo cinema indipendente americano, Lynch ha aperto la strada ad autori quali i fratelli Coen, Spike Lee e Quentin Tarantino. Osannato dai critici di tutto il mondo e adorato dai suoi fan, ha vinto due volte il Premio César per il miglio film straniero ed è stato presidente della giuria al Festival di Cannes del 2002, dove era stato premiato nel 1990 con la Palma d’Oro come miglior film per Cuore selvaggio e nel 2001 con la Palma d’Oro come miglior regia per Mulholland Drive. E' stato nominato per tre volte all’Oscar come miglior regista, non l’ha mai avuto.
Se volete rivedere due dei suoi capolavori ne avete la possibilità il 6 settembre. Studio Universal (Sky) gli dedica, infatti, una serata speciale proiettando: dalle 21:00 con Una storia vera (1999) con Sissy Spacek e a seguire alle 23:00 The Elephant man (1980) con Anthony Hopkins.
Una storia vera Un “road movie” dalle suggestive immagini di un’America rurale dai grandi spazi aperti che ha ottenuto una nomination all’Oscar 2000 per Richard Farnsworth come miglior attore protagonista. Ispirato da una storia vera, scritta da Mary Sweeney (anche montatrice e co-produttrice) e Neal Edelstein, la pellicola ha la fotografia del veterano Freddie Francis e la musica di Angelo Badalamenti. Nel 1994 il settantatreenne Alvin Straight (Farnsworth), sprovvisto di patente, intraprende un viaggio con il suo vecchio trattore alla “velocità” di 5 km orari attraverso l'Iowa e il Wisconsin per raggiungere il fratello gravemente malato con il quale aveva litigato anni prima.

The Elephant man Anthony Hopkins, John Hurt e Anne Bancroft sono i protagonisti di questo film, opera seconda di Lynch girata in un suggestivo bianco e nero, vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui miglior film al British Academy of Film and Television Arts Awards 1980. Prodotto da Mel Brooks e co-sceneggiato dallo stesso regista a partire dai libri di memorie di Sir Frederick Treeves e di Ashley Montagu, fu candidato a ben otto Oscar ma non ne vinse nemmeno uno. 1884: John Merrick (Hurt) è un uomo che dalla nascita si porta dietro una malformazione al corpo, per questo tutti lo chiamano l'uomo elefante. Viene trattato come fenomeno da baraccone da un individuo senza scrupoli, ma il Dottor Treves (Hopkins) decide di prendersi cura di lui. Diventerà così un protagonista della Londra vittoriana ma, a causa del suo aspetto mostruoso sarà sempre vittima di soprusi e umiliazioni.

(Mercoledì 30 Agosto 2006)
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