 Ottimo rifacimento del film di Wes Craven Le colline hanno gli occhi Girato del francese Alexandre Aja
di Mirko Lomuscio Come tanti classici dell’orrore del passato, anche Le colline hanno gli occhi (1977) di Wes Craven, dopo il ridicolo sequel girato dallo stesso nel 1984, ha il suo remake del nuovo millennio. Remake ad opera, fortunatamente, del talentuoso francese Alexandre Aja (già autore dello splendido Alta tensione). Ecco la trama: la famiglia Carter è in viaggio attraverso l’America per raggiungere la California, dove Big Bob e sua moglie Ethel festeggeranno il loro anniversario di matrimonio. In compagnia dei figli Lynn, Brenda e Bobby e del loro genero Doug, però, rimangono con i mezzi in panne proprio nel bel mezzo di una desertica zona isolata. Ma l’incubo è soltanto all’inizio, in quanto il posto è abitato da mostruosi individui cannibali e selvaggi, pronti ad attaccarli.
Questo nuovo remake, oltre ad apparire immediatamente superiore al capostipite, che altro non era che una soporifera scopiazzatura di Non aprite quella porta (1974) di Tobe Hooper, contiene non pochi messaggi politici, individuabili soprattutto nel fatto che i mostri in questione sono tali a causa degli esperimenti atomici svolti anni addietro dall’esercito americano. Ed il gusto per lo splatter Aja già lo aveva esternato in passato, quindi, anche se non ha più al suo servizio l’ottimo Giannetto De Rossi, curatore dei sanguinolenti effetti speciali di trucco di titoli come Zombi 2 (1979) e Lo squartatore di New York (1982), nonché del suo già citato Alta tensione, si avvale della collaborazione dell’altrettanto lodevole K.N.B. Efx guidata da Howard Berger, la quale - attraverso una serie d’inquietanti creature deformi che, oltre a richiamare alla memoria quelle create da Stan Winston per Wrong turn (2003), rimpiazzano totalmente quelle del prototipo craveniano - si cimenta in un vero e proprio festival della violenza su celluloide.

Già, perché, tra accettate ed arti mozzati, non è sul messaggio politico che il regista sembra focalizzare esclusivamente la sua attenzione, bensì sulla rabbia presente in ogni essere umano, più o meno nascosta ma pronta ad emergere all’occorrenza. A tal proposito, basta citare il personaggio di Doug, democratico e tutt’altro che propenso all’uso delle armi, ma che non esita a scatenarsi violentemente pur di trarre in salvo la figlia neonata. Quindi, con il solo rimpianto di non avere neppure un cammeo del mitico Michael Berryman, divenuto il vero e proprio simbolo della pellicola originale, questo piccolo gioiello di Aja si presenta come uno dei migliori rifacimenti horror degli ultimi anni. Notevole anche il cast che, accanto a Aaron Stanford (X-men 2 e 3), Ted Levine (il Bufalo Bill de Il silenzio degli innocenti) e Kathleen Quinlan (candidata al premio Oscar per Apollo 13), fa un largo uso di caratteristi cult come Billy Drago (The untouchables – Gli intoccabili) e Robert Joy (Il giustiziere della notte 5), nascosti sotto il mostruoso make up di coloro che daranno vita peggiore alla famiglia Carter.
giudizio: * * *

(Venerdì 25 Agosto 2006)
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