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La retrospettiva "Emigrantes"

Tutti i migranti del cinema

Al 54° Festival di San Sebastian


di Piero Nussio


L’emigrazione è un tema estremamente attuale, ma di sicuro non è una novità: oggi si svolge soprattutto dall’Africa e dai Balcani verso l’Europa, ma interessa l’Australia investita dall’onda di pressione asiatica, le coste del Pacifico cui si rivolgono molti orientali, il confine fra Messico e Stati Uniti, i turchi in Germania.
Ma l’intero continente americano è stato popolato da emigranti, in tempi preisatorici o fino a pochi anni fa, con gli italiani che si dirigevano in Argentina o a Manhattan.

Gli spagnoli, i sudamericani e tanti altri latini si sono talmente diffusi che oggi la loro lingua è seconda solo all’inglese come diffusione planetaria. I giapponesi sono andati in Brasile, gli svedesi hanno popolato la Danimarca, gli andalusi hanno riempito la Catalogna, ed i terroni italiani sono andati alle fabbriche Torino e Milano e nelle miniere del Belgio. Gli inglesi sono dovunque, scozzesi e gallesi allevano greggi in sudamerica, i boeri gestiscono fattorie e miniere nell’Africa del sud.

Emigrantes: ''Alambrista''

Il cinema si è spesso dimostrato buon cronista degli avvenimenti che hanno costellato i cento anni della sua vita, ed ha saputo mostrare i desideri e le speranze di molti di coloro che hanno cercato nel cambiamento dei propri orizzonti di ottenere migliori opportunità di vita. E nel farlo ne ha tratto avventura, dramma, sentimento, partecipazione.

I registi coinvolti nel raccontare la migrazione sono stati spesso autori di grande livello, come Bernardo Bertolucci, Rainer Werner Fassbinder, Louis Malle, Luchino Visconti, Elia Kazan, Jerzy Skolimovski, Goran Paskaljevic, Jean Pierre e Luc Dardenne, Robert M. Young, Michael Winterbottom o Jan Troell.
Talvolta la direzione ha riguardato maestri meno famosi, ma tutti hanno saputo ricavare dal tema degli emigranti opere di buona qualità e di solido impianto narrativo.

Emigrantes: ''Cose di questo mondo''

Il festival spagnolo di San Sebastian, terra di confine fra Spagna e Francia, terra di conflitti per essere una città del Paese Basco, dedica un ciclo speciale proprio a questo argomento, trenta pellicole riunite sotto il titolo Emigrantes.

Ed una città che, per sispetto del bilinguismo basco-castigliano, ha raddoppiato l’intestazione del proprio festival internazionale del cinema in Donostia – San Sebastian perchè nel nome sia riconosciuta la lingua basca oltre al nome spagnolo e alla pronuncia francese, si pone bene a raccontare storie di emigranti, di difficoltà di lingua e di costumi, di ambientazioni difficili.

Emigrantes: ''Un franco, 14 pesetas''


Ed è bello ricevere dal Paese Basco non le notizie di cronaca nera ma il programma di un ciclo cinematografico che riunisce pellicole provenienti da paesi molto diversi, di genere e stile molto differenziati.

Film classici e pellicole sperimentali, commedie e drammi sociali, tutti di grande valore -ma alcuni trascurati o dimenticati- che, insieme, documentano con quella forza che solo il cinema sa avere che « le terre del mondo sono di tutti i popoli, e di tutti gli uomini che vogliono viverci in pace».



Il programma del ciclo Emigrantes:

 

ALAMBRISTA! (The illegal), Robert M. Young (USA, 1977)
ALAMO BAY (La baia dell’odio), Louis Malle (USA, 1985)
AMERICA, AMERICA (Il ribelle dell'Anatolia), Elia Kazan,  (USA, 1963)
ANGST ESSEN SEELE AUF (La paura mangia l'anima), R.W. Fassbinder (Germania, 1974)
BESIEGED (L'assedio), Bernardo Bertolucci (GB – Italia, 1998)
BWANA (Buana), Imanol Uribe  (Spagna, 1996)
COMBINATION PLATTER (Piatto completo), Tony Chan  (USA, 1993)
FLORES DE OTRO MUNDO (Fiori da un altro mondo), Icíar Bollaín (Spagna, 1999)
FRONTIÈRES (Frontiere), Mostefa Djadjam (Francia – Algeria, 2001)
GAIJIN, OS CAMINHOS DA LIBERDADE (Gaijin, cammini di libertà), Tizuka Yamasaki (Brasil, 1980)
GO (Go), Isao Yukisada (Giappone, 2001)
HESTER STREET, Joan Micklin Silver (USA, 1975)
IN THIS WORLD (Cose di questo mondo), Michael Winterbottom (GB, 2002)
JOE HILL (La ballata di Joe Hill), Bo Widerberg (Suecia – EE.UU., 1971)
L’HORIZON PERDU (L’orizzonte perduto), Laïla Marrakchi (Marocco – Francia, 2000) CORTO
LA LÍNEA DEL ESTRECHO (La linea dello stretto), Javier Gil (Spagna, 1997) CORTO
LA PIEL QUEMADA (La pelle bruciata), José María Forn (Spagna, 1967)
LA PROMESSE (La promessa),  Luc y Jean-Pierre Dardenne, (Belgio – Francia – Lussemburgo, 1996)
LAS CARTAS DE ALOU (Lettere da Alou), Montxo Armendáriz (Spagna, 1990)
LES OISEAUX DU CIEL (Gli uccelli del cielo),  Eliane de Latour (Francia – GB, 2005)
MOONLIGHTING (Lavoro nero), Jerzy Skolimowski (GB – Germania, 1982)
NYBYGGARNA (La nuova terra), Jan Troell (Svezia, 1972)
PASE NEGRO (Passo nero), Patxi Barco (Spagna, 1998) CORTO
PELLE EROBREREN (Pelle il conquistatore), Bille August (Svezia – Danimarca, 1987)
ON THE LINE (Oltre il confine), José Luis Borau (Spagna – EE.UU., 1984)
ROCCO E I SUOI FRATELLI, Luchino Visconti (Italia – Francia, 1960)
SAÏD, Lorenzo Soler (Spagna, 1999)
SOMEONE ELSE’S AMERICA (L’America degli altri), Goran Paskaljevic (Yugoslavia – Francia – GB – Germania – Grecia, 1995)
UN FRANCO, 14 PESETAS, Carlos Iglesias (Spagna, 2006)
UTVANDRARNA (Gli emigranti), Jan Troell (Svezia, 1971)
VA, VIS ET DEVIENS (Vai e vivrai), Radu Mihaileanu (Francia – Belgio – Israele – Italia,  2005)
VIVRE AU PARADIS (Vivere in paradiso), Bourlem Guerdjou (Francia – Algeria – Belgio – Norvegia, 1998)
Presentata oggi la 54.ma edizione
San Sebastian Film Festival
Anticipazioni sul programma


(Giovedì 24 Agosto 2006)


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