 Il nuovo film di Tony Scott Domino La storia della cacciatrice di taglie Domino Hervey
di Samuele Luciano L’ultima pellicola di Tony Scott è paragonabile ad uno stadio pieno: tantissime voci differenti tra loro, un unico boato, il che può sortire due effetti: grande meraviglia, ma anche mal di testa. Forse il titolo, che si riferisce al nome della protagonista, si ispira proprio al famoso gioco fatto di tasselli – fotogrammi, che pur distinti tra loro cadono armoniosamente uno dietro l’altro. A parte i facili paragoni bisogna ammettere che Domino è un film che incide, non tanto per la sua storia drammatica, ispirata alla vita della vera Domino Hervey, (scomparsa tra l’altro l’anno scorso), quanto per il modo di raccontare tale storia. Domino Harvey (l’enfant prodige Keira Knightley) è la figlia di un noto attore hollywoodiano, ma pur essendo nata in un ambiente molto lussuoso, dove in teoria non manca niente, è attratta da un gruppo di cacciatori di taglie. Sarà la morte prematura del padre, il disinteresse della madre (una sempreverde Jacqueline Bisset), il jet set patinato quanto noioso, le compagne di scuola civettuole, fatto sta che a Domino non piace per niente il suo mondo e se ne sceglie un altro totalmente diverso, in cui paradossalmente, tra sparatorie ed esplosioni, troverà il suo nirvana.

La sceneggiatura tortuosa di Richard Kelly (Donnie Darko), pur proponendo scene di una certa scabrosità, (come l’amputazione di un braccio a fucilate!) rasenta soltanto il pulp, in quanto dedica molta attenzione al dramma interiore dei personaggi e poco spazio alle battute ciniche. Tuttavia il montaggio sincopato, l’ubiquità della macchina da presa e una colonna sonora onnipresente rischiano spesso di far perdere il filo allo spettatore. Notevoli comunque alcuni personaggi di contorno, come la flemmatica psicologa (Lucy Liu) che mette sotto torchio la protagonista fin dall’inizio del film, e il produttore televisivo (C. Walken), che fa sorridere volentieri di quella televisione gretta, affamata di audience, un po’ come succedeva con Robert Downey Junior in Assassini nati. A Tony Scott va il merito di non deludere i patiti della ripresa spettacolare. Mickey Rourke, sempre più grosso e sfregiato, va somigliando con gli anni a Jonny il bello (prima dell’operazione).
giudizio: *

(Giovedì 17 Agosto 2006)
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