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Un documentario satirico

The yes men

Come smascherare (divertendosi un po’) l’impostura del neo-liberismo


di Piero Nussio


Negli anni novanta, in Italia, un gruppo di burloni decise, prima timidamente e poi in forme sempre più sfacciate, di preparare dei francobolli autodisegnati e di utilizzarli per spedire lettere e cartoline fino a quando le Poste non se ne fossero accorte.
Le Poste non se ne accorsero mai, ed i burloni chiusero il loro gioco con la pubblicazione di un libro (Granchi rosa) che documentava le loro gesta.
Le Poste non potevano accorgersene, perchè la gestione manuale delle affrancature non si fa più, ed i francobolli tradizionali non sono adatti per l’automazione. Anni dopo, le Poste italiane hanno cominciato ad usare anche delle affrancature adatte per gli strumenti automatizzati.

Qualcosa di simile, ma molto più in grande, la stanno facendo dei gruppi no global internazionali. Uno di questi è il gruppo americano dei The yes men, le cui gesta principali sono documentate anche su Wikipedia.
A differenza dei romantici che amano fare delle pericolose manifestazioni (“White block”) e dei distruttori spaccavetrine pagati (“Black block”) di cui troppo si parla, questi manifestanti no-global preferiscono usare l’intelligenza, il senso del ridicolo, e le contraddizioni delle multinazionali cui si oppongono. Di conseguenza, nei nostri dibattiti politici si parla degli altri, e mai di loro.

The yes men


Uno dei mezzi di cui si servono per raggiungere il grande pubblico con il loro messaggio è il cinema, ed il loro prodotto è questo film, divertente e simpatico, che si chiama “The yes men":

Regia: Dan Ollmann ,Sarah Price ,Chris Smith
Interpreti: Mike Bonanno e Andy Bichlbaum (e con un’apparizione di Michael Moore)
Genere: documentario
Anno: 2004
Nazione: USA
Durata: 94'
Data uscita in Italia: 16 giugno 2006, nell’ambito di “5 pezzi facili”, rassegna organizzata dalla casa di distribuzione Teodora di Vieri Razzini

In un film come questo, che si basa su una divertentissima forma di mistificazione, anche i dati del “tamburino” sono dubbiosi: l’anno di origine oscilla fra il 2003 e il 2004, la produzione si direbbe americana ma forse è inglese. Soprattutto, i due protagonisti sono talmente abituati ad assumere false identità, che è estremamente dubbioso che Bonanno e Bichlbaum siano i loro veri nomi.

The yes men


Anche perchè la loro tecnica principale è la “correzione di identità”, ovvero –come dichiarano nel loro sito internet- la tecnica con cui “delle persone oneste impersonano dei grandi criminali per svelare le loro malefatte”.
E la “correzione di identità” si applica dapprima ai siti internet (un falso sito di G. W. Bush, un falso sito del WTO Organizzazione mondiale del commercio, un falso sito della Dow Chemicals).
Poi, a partire dagli agganci che questi siti consentono, il passo successivo è la partecipazione a dibattiti di esperti in tutte le parti del mondo (convegno di industriali tessili a Tampere in Finlandia, riunione di grandi commercialisti a Sidney in Australia, conferenze in università americane, ecc.)
Poi, a seguito di questi interventi “professionali”, interviste rilasciate ai più importanti quotidiani economici, a grandi catene televisive e a tutti i maggiori mezzi di comunicazione di massa.
Non poteva mancare –ovviamente- il cinema, e questo film divulga le loro sfacciate tesi ed i dati incontestabili dei maneggi delle multinazionali, sia come proiezione in sala che nella versione DVD.

E cosa vanno in giro a raccontare Bonanno e Bichlbaum? Con la loro invidiabile faccia tosta ed una preparazione molto approfondita unita ad una incredibile goliardia, si mettono a spiegare ai loro uditorii altamente professionali che:
- progetto “nerchione”: gli schiavi sarebbero un pessimo affare perchè costerebbero troppo di mantenimento nel mondo occidentale, molto meglio lasciarli “liberi” a casa loro e sfruttarli a morte a domicilio, anche con una serie di circuiti elettronici impiantati sottopelle tramite i quali controllarli e farli rigare dritti
- progetto “reBurger”: il corpo umano spreca molti fattori nutritivi, quindi si possono recuperare e filtrare le feci per ottenere nuovi hamburger da spedire a basso costo nel terzo mondo, ripetendo fino a dieci volte l’operazione di “riciclaggio”
- progetto “neo-economico”: bisogna sfruttare sempre più i lavoratori, perchè solo così facendo si instaura la volontà nei subalterni più capaci di risalire posizioni e migliorare la propria situazione a scapito degli altri
Si ride molto, nel vedere il film, a guardare le facce interessate del pubblico che segue queste “presentazioni professionali. E di come le macchine da presa che accompagnano i conferenzieri provocatori siano un tocco di tecnologia che aggiunge credibilità alle loro tesi incredibili. Il guaio è che questi interventi provocatori vengono presi sul serio dai congressisti, dai giornali, dalle televisioni, dagli analisti finanziari e dai guru dell’economia...

Una falsa vendita, dal sito degli "Yes men"


È come nell’esempio iniziale dei francobolli. Lo scherzo dei buontemponi evidenziava una inadeguatezza di fondo del sistema delle poste.
Lo “scherzo” ben più motivato degli “Yes men” evidenzia inadeguatezze ancora più profonde, di cui le grandi aziende ed organizzazioni sovranazionali approfittano per fare i loro comodi:

- il sistema della comunicazione (giornali, tv, ecc.) ha perso ogni capacità critica e di verifica delle informazioni. Ed il pubblico –noi tutti- ha perso questa capacità critica insieme a loro. Qualunque notizia, anche la più assurda e provocatoria, è buona per riempire uno spazietto di giornale e per far fare un piccolo sussulto di solletico allo spettatore;

- le teorie neo-liberiste del “lasciar fare” si sono talmente diffuse, ed in maniera totalmente acritica- che oramai ci lasciamo fare –e ci lasceremo fare- di tutto. Compresi gli hamburger di cacca e i circuiti elettronici sotto pelle...

Insomma, per un film (oltretutto divertente), mi sembra abbastanza.

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(Giovedì 22 Giugno 2006)


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