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Nel cast Sophia Loren e Murray Abraham

Peperoni ripieni e pesci in faccia

L'ultima fatica di Lina Wertmüller


di Oriana Maerini


Su quest'ultima fatica cinematografica di Lina Wertmüller si è scatenata un'accesa polemica nel mondo dello spettacolo. Il film esce, infatti, in sordina (solo 16 copie, distribuito da SHARADA ) in un periodo dell'anno abbastanza infelice. Perchè si sono mandate al massacro due icone della cinematografia mondiale come Sophia Loren e Murray Abraham?
In questo modo la pellicola rischia di prendere- come ha scritto ironicamente un collega su un noto quotidiano - la seconda parte del titolo.
Follie d'estate, disattenzione dei nostri distributori o perverse politiche legate al diritto d'antenna? Il film è stato, infatti, acquistato per la Tv e, per farlo vedere in autunno sul piccolo schermo, non restava altra scelta che mandarlo al macello in questi giorni.



Intendiamoci Peporoni ripieni e pesci in faccia, nonostante la firma di una delle nostre registe più celebri, non è un capolavoro, anzi.
Ma quanti film bruttini vengono promossi grazie alle attente politiche di marketing delle major americane?
Un altro momento autolesionista del nostro cinema?
La pellicola ruota intorno alle pene d'amore che attanagliano i componenti di una famiglia riunita nella casa al mare per festeggiare il compleanno della nonna Assunta (una bravissima Angela Pagano.)
Ecco la trama: Jeffrey (Murray Abraham) è un giornalista americano che ha rinunciato al suo lavoro per restare in Italia per amore di Maria (Sofia Loren) e fa il pescatore. La loro lunga unione – da cui sono nati tre figli ormai adulti – non ha perso smalto e la passione ha ancora l’intensità dei primi tempi. Però da qualche giorno c’è tensione nell’aria. In attesa che arrivino i tre ragazzi con le loro famiglie, si percepisce un certo malumore. Maria è irritabile, Jeffrey è incupito: è andato a vivere nella sua barca su richiesta della moglie, ma si sente in punizione e pensa che lei non lo voglia più accanto. Gli incontri sono piuttosto scontri e a nulla servono i goffi tentativi di lui per riconquistarla con cassette di pesce appena pescato, né quelli di lei, che gli cucina meravigliosi peperoni ripieni: gli equivoci non hanno fine e si scatena pure una certa gelosia. L’arrivo dei figli - Francesco (Caspar Zafer) accompagnato dalla moglie Mery (Melissa Lohman), e dalla segretaria Nelly (Silvia Abascal), del secondogenito Marco (Emiliano Coltorti), con sua moglie Elena (Moira Grassi) e infine della terzogenita Miriam (Carolina Rosi) - ciascuno carico dei suoi problemi, e del vecchio corteggiatore di Maria, Sal (Armando Pugliese), scombina completamente gli equilibri familiari.



Questa storia banale che sembra ritrarre un'Italia da cartolina (il buon cibo, l'amore litigarello che trionfa, il mare e il sole) tutta "anima è core" è nata secondo l'ammissione stessa della regista in un giorno di pioggia a Roma:
"forse per questo a Sofia e a me, è venuta voglia di una storia al sole e al mare, in un’atmosfera di quelle che non si raccontano più.
Una storia che fosse anche di ritorni a casa. C’è una lunga tradizione cinematografica legata ai “ritorni a casa”. Americani e Europei hanno raccontato di ritorni alla famiglia, ripercorrendo le strade legate ad esperienze di percorsi estremi, di politica, di droga, di violenze.
Invece la voglia che ci è venuta in quel giorno di pioggia, era la voglia di commedia. Una famiglia nata da una coppia singolare, la figlia di un ufficiale postale di un paesino della penisola amalfitana e un giornalista americano di quelli superliberal, che un po’ per la delusione del post maggio francese e un po’ folgorato dall’incontro con Maria, giovanissima circe sorrentina, aveva cambiato totalmente la sua vita."

Ma l'idea così poeticamente descritta dalla Wertmüller trasportata su grande schermo appare, però, una storia piatta e banale. Un ritratto trito e ritrito dell'Italietta di provincia tutta impegnata a risolvere le beghe d'amore.

Così anche i due mostri sacri, bravissimi nei loro ruoli, non riescono a reggere sulle loro spalle il peso di una sceneggiatura impossibile e di dialoghi banalissimi. Lo spasimante povero che ritorna con il macchinone per riconquistare la sua bella lasciata al paese è davvero troppo!
Peccato perchè di grandi talenti in questo film ce ne sono davvero tanti. Citiamo, ad esempio la fotografia di Beppe Lanci e le musiche di Italo Greco e Lucio Gregoretti.


La pellicola risulta, invece, interessante per tutti i palati fini che amano la buona cucina perchè, involontariamente, attraverso i litigi dei protagonisti, svela dei dubbi su importanti ricette nostrane. (nelle "alici in soffitta" va messo l'aceto?)


giudizio: *



(Venerdì 16 Giugno 2006)


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