 Remake de "L’avventura del Poseidon", il kolossal di Ronald Neame Poseidon Buona la regia ma debole lo script di Mark Protosevich
di Mirko Lomuscio Ecco la trama di quest'ennesimo film catastrofico acquatico: a bordo del Poseidon, lussuoso transatlantico di 20 piani, migliaia di passeggeri stanno festeggiando allegramente l'arrivo del nuovo anno. Ma, poco dopo che il Capitano Bradford (Andre Braugher) ha fatto gli auguri ai presenti, la festa si interrompe bruscamente a causa di un'enorme onda anomala che si scaglia sull’imbarcazione facendola capovolgere e generando un disastro di dimensioni inaudite e non poche vittime. Mentre buona parte dei sopravvissuti all’urto attende i soccorsi nella sala da ballo principale, un ristretto gruppo di persone, guidate dal giocatore d’azzardo Dylan Johns (Josh Lucas) e dall’ex sindaco di New York Robert Ramsey (Kurt Russell), decide di tentare di raggiungere la superficie esterna del Poseidon, unico posto sicuro dove andare; la ricerca della salvezza, però, non sarà facile.

Riportato in auge due anni fa con The day after tomorrow – L’alba del giorno dopo di Roland Emmerich, il disaster movie ha ora il suo remake del XXI secolo: Poseidon, appunto, diretto dal regista di estrazione europea Wolfgang Petersen (Troy, La tempesta perfetta, La storia infinita), nonché rifacimento de L’avventura del Poseidon, kolossal firmato da Ronald Neame nel 1972, il quale, oltre ad annoverare un cast d’eccezione costituito, tra gli altri, da Gene Hackman, Ernest Borgnine e Shelley Winters, vantava la produzione dello specialista del filone Irwin Allen, responsabile di titoli del calibro di Swarm (1978) e L’inferno di cristallo (1974).

E cominciamo subito con il precisare che Petersen non sembra perdersi in chiacchiere, infatti, dedicando poca importanza allo sviluppo dei personaggi, decide di immergere fin da subito lo spettatore in una sequela di sequenze spettacolari da lasciare con l’acqua alla gola (notevolmente tesa quella che si svolge nei condotti dell’aria), tanto che i notevoli effetti speciali giustificano pienamente 160 milioni di dollari spesi dalla produzione; l’elemento interessante, poi, è il ricorso ad inaspettati momenti politicamente scorretti (su tutti la scena dell’ascensore), capaci perfino di spiazzare totalmente. La nota dolente è individuabile purtroppo nello script firmato dal giovane Mark Protosevich (The cell), tra i più imbarazzanti che si siano visti. I dialoghi, infatti, sono al limite dell’accettabile e quando si cerca di conferire spessore ai personaggi la situazione non fa altro che peggiorare, con battute fuori luogo che avrebbero fatto la loro bella figura in qualche commedia di serie B. Il cast artistico, quindi, deve vedersela con questa superficialità psicologica, la quale riduce addirittura alcuni dei protagonisti a macchiette comprimarie: basta vedere il gay interpretato da Richard Dreyfuss (non poteva esservi un ritorno peggiore per un attore del suo calibro). In fin dei conti, però, come già precisato, il lato tecnico regala un repertorio di spettacolarità difficile da dimenticare, anche se il pubblico comincia forse ad essere stanco di questo genere di blockbuster basati quasi esclusivamente sulla forte emozione da fx, e ne è la testimonianza il fatto che, mentre in America Poseidon si sta rivelando un flop al botteghino, altri titoli come Il codice Da Vinci e X-Men: conflitto finale, costruiti su script decisamente più accurati, continuano a riscuotere successo.

giudizio: * *
(Lunedì 5 Giugno 2006)
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