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Inutile remake del cult firmato John Carpenter

The Fog - Nebbia assassina

Da salvare solo la colonna sonora


di Mirko Lomuscio


Nel piccolo villaggio di Antonio Bay Nick Castle (Tom Welling), capitano dell’imbarcazione a noleggio “Sea grass”, aggancia inavvertitamente con la sua ancora una vecchia borsa da pesca impigliata tra le rocce sul fondo dell’oceano, rovesciandone il contenuto in mare. A partire da questo momento, gli spiriti degli antichi proprietari degli oggetti presenti nella borsa, cominceranno a vagare liberamente per il villaggio, nascosti in una fitta ed inquietante nebbia. Si tratta in realtà di un manipolo di vendicativi lebbrosi, morti cento anni prima a causa dell’avidità degli abitanti del posto.

Cominciamo subito con il precisare che quello diretto dall’anonimo Rupert Wainwright (Stigmate) è sicuramente uno dei rifacimenti più inutili che il cinema a stelle e strisce poteva partorire. Come dare torto a tutti i fan dell’originale di John Carpenter (qui tra i produttori) che hanno sollevato pesanti critiche contro questo film?


Ma analizziamo nei dettagli:
- lo script di Cooper Layne, a dispetto del vecchio copione, è incentrato maggiormente sugli eventi tragici che Antonio Bay ha da nascondere nel suo passato, finendo però per ridurre i protagonisti a semplici pedine al servizio dello spavento spicciolo che il film ha da offrire.
- la scelta fotografica sostituisce le cupe atmosfere del lungometraggio del 1980 con buie sequenze notturne alternate a quelle ambientate di giorno illuminate in modo da rispecchiando lo stile di un qualsiasi ridente teen-movie.
Infine, dopo aver visto la rappresentazione degli spettri, raffigurati tramite un rassicurante uso della computer grafica e non più come inquietanti ombre zombesche, possiamo tranquillamente asserire che l’opera di Wainwright sia l’ennesima conferma della cattiva inclinazione del cinema horror americano, sempre più propenso a peggiorare film divenuti cult e sempre più a corto di nuove storie per lo schermo.

L'unica nota positiva, per la quale si può spendere una buona parola, è la colonna sonora ad opera del noto Graham Revell (Senza tregua, Dal tramonto all’alba, Sin city), la quale non fa rimpiangere l’originale dello stesso Carpenter.
Per il resto, tutto sembra essere stato progettato a tavolino per il pubblico dei giovanissimi, a partire dal protagonista: il Tom Welling del noto telefilm Smallville, che prende il posto dell’originale e più maturo Tom Atkins.

La visione del film fa sorgere una domanda spontanea: com'è possibile che il geniale John Carpenter, da sempre contrario alla serialità horror venuta fuori dopo il suo Halloween-La notte delle streghe e Venerdì 13, si dichiari soddisfatto di questo brutto remake?

Curiosità: il film è in memoria di Debra Hill, deceduta durante la lavorazione, ex moglie di Carpenter, nonché già attiva nel primo Fog.

giudizio:*



(Lunedì 17 Aprile 2006)


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