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Incontro con il direttore artistico del TrentoFilmFestival

Maurizio Nichetti

"Ho selezionato anche un film prodotto da Gere"


di Oriana Maerini


Roma. E' strano intervistare Maurizio Nichetti, stimato autore di tanto cinema fantastico e surreale nei panni di direttore artistico di un festival realista e naturalistico. Ma il regista che si è fatto notare con un film a metà strada fra il surrealismo ed il nonsense come "Ratataplan" è un uomo di cinema a tutto tondo.
Non ha abbandonato la voglia stare dietro la macchina da presa, ha solo spostato il suo interesse per tutto quello che gli gira intorno al mondo della celluloide.

Lo abbiamo incontrato in occasione della conferenza di presentazione del TrentoFilmFestival che si svolgerà nella città friulana dal 29 aprile al 7 maggio.

Come mai ha deciso di vestire i panni del direttore artistico?
Ho iniziato come una sfida con me stesso. Volevo approfondire un genere di cinema che non frequentavo molto ovvero il cinema realista con protagonisti veri che raccontano le loro storie. Poi mi sono appassionato e, al secondo anno di incarico, ho riscosso una grande soddisfazione perché ho capito che c'è una risposta del pubblico a questo tipo di cinema. Ho capito che è importante andare a mettere il naso in altre culture. Quest’anno,ad esempio, il festival propone una rassegna sul Tibet e sulla realtà orientale. In questo senso il Trento Film Festival è una vetrina privilegiata, un avamposto di questo genere di film presenta in anteprima.

E’ vero che in questa edizione c’è anche un film prodotto da Richard Gere?
Si, lui è buddista e dedica molte risorese alla cultura tibetana. Il film che ha prodotto si intitola Dreaming Lahsa ed è un film di finzione, una storia d’amore molto bella girata da registi tibetana. E' una delle poche volte in cui questa terra viene mostrata non con occhi occidentali da chi ci abita con una onestà e sincerità molto diretta.

Ha avuto un colpo di fulmine con un film di questo tipo?
Si, è stato tre anni fa. Ero in giuria a Trento e fu presentato il film di un ragazzo che aveva attraversato l’Australia a piedi riprendendosi con il palmare. Pensavo che fosse una cosa noiosissima ma quando l'ho visto mi sono ricreduto. Era un film strepitoso, emozionante, tenero e colmo di pathos.

Il suo festival funziona anche da trampolino di lancio. Ora esce in sala "Il grande nord".....
Si, questo film ha avuto il premio del pubblico nella scorsa edizione. E' un film che non può non emozionare con i suoi splendidi paesaggi, con il rapporto fra uomo e natura. Il cinema deve essere il testimone di queste emozioni e sono felicissimo che la Mikado abbia deciso di distribuirlo. Mi auguro che questa pellicola abbia lo stesso successo di film come "La marcia dei pinguini" e portare la gente al cinema allontanandolo, per un attimo, dal piccolo schermo televisivo.

Quando la vedremo nuovamente dietro la macchina da presa?
Per il momento seguo i miei interessi: hp fatto i cartoni per le olimpiadi di Torino, ho curato una regia teatrale e ne ho un'altra in cantiere e poi mi occupo di questo festival. Insomma mi diverto. Credo che fare cinema sia giusto a patto di non perdere interesse per tutto quello che gli gira intorno. Chi mi dedicassi solo al cinema potrei avete, ora, anche preoccupazioni. Facendo ache altre cose mi viene voglia, invece, di fare cineme e, in questo modo mantengo sempre vivo questo amore che prima o poi tornerò a frequentare.



(Venerdì 14 Aprile 2006)


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