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![]() Un altro capolavoro di Spike Lee Inside Man Cast eccellente e grande prova di regia di Oriana Maerini Inside man vuol dire grande cinema firmato dal geniale Spike Lee. Dopo il poco apprezzato “She hate me” il regista afroamericano ci regala un'altra delle sue ottime prove di regia contraddistinta da uno stile impeccabile che, armonizzando i dialoghi con i movimenti di macchina, riesce a smorzare l’effetto claustrofobico della pellicola. Il film è quasi interamente girato in interni e narra di una rapina ad opera di quattro persone vestite da imbianchini entrano nell'affollata hall del Manhattan Trust, una succursale di un'istituzione finanziaria internazionale a Wall Street. Nel giro di pochi secondi, i rapinatori mascherati mettono la banca sotto un assedio pianificato con chirurgica precisione, 50 tra clienti e impiegati diventano involontari ostaggi di un furto inattaccabile. Qui entra in scena il negoziatore della polizia Keith Frazier (un bravissimo Denzel Washington) che gioca al gatto e al topo con il capo della banda (un Clive Owen quasi sempre incappucciato). Ma Inside man non è solo un thriller, è anche un film con molti spunti sociali. Grazie all’inappuntabile sceneggiatura, con parecchie sfumature humour, del debuttante Russell Gerwitz lancia messaggi, infatti, e stoccatine sulla violenza gratuita (memorabile la scena dell’interrogatorio dell’ostaggio sick scambiato per arabo). Lee è riuscito, insomma, a unire in questa pellicola il classicismo del genere noir (rende omaggio ai film di rapine e corruzione anni 70) alla osservazione-denuncia della situazione sociale americana malata di fantasmi e psicosi post 11 settembre.
(Sabato 8 Aprile 2006) |
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