 Un dizionario del cinema di genere Psycho-Cult Lo psichiatra Ignazio Senatore analizza film trash e splatter
di Oriana Maerini  Tutti i dizionari del cinema sono indispensabili ai cinefili perchè offrono giudizi diversi dalla critica specializzata. Ma questo redatto dallo psichiatra e psicoterapeuta Ignazio Senatore è ancora più originale e prezioso degli altri "generalisti" che siamo abituati a consultare. Innanzitutto perchè analizza le opere filmiche dal punto di vista psicanalitico e poi perchè mischia il cinema "alto" a quello "basso" mettendo in discussione lo stesso concetto di genere.
"Chi pensa che Michelangelo Antonioni, Ingmar Bergman, David Lunch, David Cronenberg, Roman Polanski, siano i registi che hanno scandagliato più in profondità l’animo umano sbaglia - dichiara l'autore nella prefazione - forse non ha mai visto in vita sua una pellicola diretta da Mario Bava, Francesco Barilli, John Brahm, Roger Corman, Freddie Francis, Riccardo Freda, Lucio Fulci, Umberto Lenzi, Otto Preminger, Peter Sands, John Sthal, Roy Ward Baker."
Senatore lancia la sfida di rivalutare gli autori minori o di serie B che, a suo avviso, hanno saputo intercettare gli aspetti più malsani, patologici e perversi della mente umana. Questi registi avrebbero descritto deliri, allucinazioni, incubi meglio di tanti altri registi più blasonati. Così l'autore strizza l'occhio a registi nostrani da sempre considerati "bassi" e da rivalutare come Lamberto Bava, Luigi Bazzoni, Sergio Bergonzelli, Mario Caiano, Alberto De Martino, Fernando Di Leo, Luciano Ercoli, Sergio Garrone, Sergio Martino, Aristide Massaccesi, Brunello Rondi. Non c'è da stupirsi di quest'approccio che è già in voga oltreoceano. E' noto, infatti, che uno dei film cult di un grande genio del cinema americano come Tarantino è Scontri stellari oltre la terza dimensione di Luigi Cozzi. Una pellicola di fantascienza girata con mezzi risibili che la nostra critica ha sempre bocciato. Accanto al cinema splatter, horror e trash Senatore inserisce anche qualche maestro altisonante come Chabrol, Lang o Pasolini per spiegare la trasversalità del genere o meglio, l'impossibilità di distinguere e catalogare in specifiche etichette le opere cinematografiche. Ma il fine e l'augurio dell'autore è che il volume: il lettore sia spinto a rivedere pellicole seppellite dall’oblio e classificate troppo frettolosamente come dei B-movie, delle pellicole di scarto, incapaci di mettere in moto l’immaginario dello spettatore. E sicuramente colpisce nel segno se questo dizionario è riuscito ad incuriosire anche chi scrive che non ama la cinematografia horror e simili. L'autore analizza in 187 pagine, con innumervoli voci, che vanno dalla A (A.A.A. Achille) alla Z (La zona morta) moltissime pellicole con occhio da "addetto ai lavori" cioè stigmatizzando l'aspetto psicologico della finzione scenica. Un esempio? Nel film "Ti ho visto uccidere" di Roy Rowland l'autore cita come "da incorniciare" la scena in cui il protagonista dialoga con lo psichiatra. Insomma questo dizionario è una guida indispensabile, non solo per gli amanti del genere "Psyco" ma anche per tutti quelli che amano vedere e rivedere i film con un' attenzione diversa e più profonda all'aspetto psicologico.
Psyco-Cult Psicodizionario del cinema di genere di Ignazio Senatore Centro Scientifico Editore pagg 248 14,50 euro
(Venerdì 31 Marzo 2006)
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