 Terzo capitolo della saga Final Destination 3 Uno splatter da dimenticare
di Samuele Luciano Alcuni amici appena diplomati festeggiano l’evento andando al Luna Park, una di loro, Wendy, (Mary Elisabeth Winstead) ha con sé una foto camera per immortalare la peculiare occasione, ma ogni volta che scatta una foto ai suoi compagni avverte intorno a sé un’oscura presenza… Dopo vari giri nelle tante giostre la scolaresca sale sulle montagne russe, ma quando il treno sta per partire Wendy vede chiaramente l’orribile morte a cui tutti sono destinati e sconvolta fa bloccare la partenza. Da questo momento in poi ognuno dei superstiti, in base all’ordine di posto che aveva sul vagone, morirà in tragiche circostanze.
La storia si ripete. Come sempre c’è una persona eletta (che sfiga!) da chissà quale entità, che salva delle vite da un’imminente catastrofe grazie a poteri premonitori. In realtà si tratta solo di un rinvio, la morte infatti, come accadeva nei precedenti episodi, si accanisce contro coloro che le sono sfuggiti e il film si guarda fino alla fine soltanto per il gusto cinico di scoprire in che modo la Grande Mietitrice fregherà tutte le possibili, ulteriori, previsioni.

Idea esile che conta su un gruppo di giovani attori con alle spalle crediti più televisivi che cinematografici, eliminati volta per volta mediante morti orribili. Lo scenografo Mark Freebon si sarà divertito un mondo. La squadra tecnica è la stessa del primo capitolo per quanto riguarda la regia (James Wong) la produzione (Parry&Zide) e la colonna sonora (Shirley Walzer). L’unica novità è la sensibile riduzione dell’età dei protagonisti, una scelta che voleva forse amplificare l’aspetto Horror del film, visto che qui manca pure l’auto ironia presente nei precedenti.
Trionfa invece la comicità involontaria. La sequela di esecuzioni è talmente inverosimile (vedi il modo in cui la mensola s’incastra bloccando i due box in cui le due ragazze fanno la lampada o la scena dei fuochi d’artificio) da far credere all’esistenza di lillipuziani invisibili al servizio della morte.
Curiosa, inoltre, la battuta della protagonista quando dice all’amico Kevin (Ryan Merriman) che avverte la presenza della morte come qualcosa di vivo.
Uno splatter da dimenticare.

giudizio: *
(Venerdì 24 Marzo 2006)
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