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La favola in bianco e nero di Besson

Angel-A

Redenzione e amore per un antieroe


di Oriana Maerini


Luc Besson torna, dopo sette anni, dietro la macchina da presa per raccontarci una favola sull'amore e sulla possibilità di redenzione. Lo fa usando i contrasti (/bianco/nero- alto/basso, angelo-demone) che, secondo lui, dovrebbero evidenziare la dicotomia fra bene/male, maschile/femminile che è dentro ogni essere umano.
Il film narra di un antieroe, un algerino che ha vinto alla lotteria la cittadinanza americana, che, a Parigi, si trova immerso nei guai fino al collo perchè deve molti soldi a tutta la malavita locale. Vista l'impossibilità di uscire dalla situazione il poveretto decide di farla finita nel modo più classico: gettarsi da uno dei tanti ponti parigini.


E qui scatta la favola: un angelo (la bellissima danese Rie Rasmussen), sotto sembianze di una stupenda donna bionda dalle gambe lunghissime, viene a salvargli la vita o meglio ad "educarlo" su come può e deve riconquistare la stima in se stesso. Resistere al fascino di questa creatura sublime è impossibile e il nostro piccolo uomo si innamora perdutamente.
Angela-A è un film accattivante ma poco convincente.
A parte il bellissimo uso del bianco e nero che al cinema, purtroppo, è sempre più raro e le magnifiche inquadrature della città (Besson ha dichiarato che voleva dare una visibilità a Parigi, spesso bistrattata dal cinema) che è uno dei personaggi del film, la pellicola appare noiosa e scontata.


Va bene sognare ma, ormai, agli angeli che cadono dal cielo non ci crede più nessuno, soprattutto se sono alti, biondi e con le gambe lunghe! Il buonismo eccessivo e i dialoghi spesso banali, da psicologia spicciola ("per amare gli altri devi iniziare ad amare te stesso") rendono questo film un prodotto poco più che sufficiente.
Peccato perchè l'atmosfera, le musiche e, soprattutto Parigi, regalano alla pellicola un glamour particolare in grado di affascinare i nostalgici di un cinema "nouvelle vague".


Besson ha dichiarato che, con questo film, voleva prendersi una vacanza dai computer e gli effetti speciali che caratterizzano il cinema d'azione che produce e realizza da molti anni a questa parte.
"Volevo girare Parigi con la telecamera in spalla seguendo gli attori" - ha chiosato tradendo quello che in effetti è il fine reale del suo film: un lungo spot intorno alla Ville Lumierè.



giudizio: * *



(Sabato 18 Marzo 2006)


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