 Una strepitosa Felicity Huffman Transamerica Da "casalinga disperata" a transessuale felice
di Oriana Maerini Stentiamo a riconoscere la “Desperate Housewife” Felicity Huffman, imbruttita e straordinariamente brava nel ruolo di un trans che è costretto a fare i conti con la paternità. Ma lei è così brava in questa commedia acida e divertente del regista debuttante Duncan Tucker che si riscatta totalmente dal suo banale ruolo televisivo e corre a grandi passi verso l’Oscar. Felicity è Bree è un transessuale donna, elegante, colto, alquanto tradizionalista e, soprattutto, dotato di una forte autoironia. Vive in un quartiere poco abbiente di Los Angeles e si barcamena tra due lavori per mettere assieme i soldi per l'intervento chirurgico utile alla sua ridefinizione sessuale. Una telefonata inaspettata da parte di Toby, un teenager sregolato alla ricerca di suo padre, riporta a Bree la notizia scioccante che una relazione eterosessuale avuta nella sua passata vita da uomo ha generato un figlio. Qui inizia il delirio e il divertimento del film fatto di doppi sensi e fraintendimenti fino a che uno specchietto galeotto e un pipì d’emergenza sveleranno a Toby il segreto di suo padre.

Per immedimarsi nel personaggio la Huffman è stata affiancata da un coach che insegna ai transessuali donna a comportarsi come donne vere. “Ho dovuto imparare a rifare tutto da un nuovo punto di vista: come camminare, o come posizionare mani e braccia, poiché negli uomini sono più lunghe e dunque mi sono sforzata di tenere i gomiti aderenti al corpo e le mani giunte. Strano ma vero, la maggior parte del mio training ha puntato a rendermi più femminile.” – ha dichiarato l’attrice – . Ma la cosa più difficile è stata la trasformazione della voce e l’attrice ha dovuto impare a parlare come un uomo che cerca di essere una donna.

E’ difficile trovare tanta umanità in un "carattere" cinematografico. Il film affronta il tema scabroso della realtà dei transessuali con encomiabile ironia. Ma questo road-movie è soprattutto una pellicola sulla diversità, sul modo in cui possono cambiare i ruoli in famiglia senza modificare i sentimenti d’amore che legano un genitore ad un figlio. Transamerica è un film tenero ed originale che ricorda un po’ l’aldomovariano “Tutto su mia madre” senza però averne lo spessore. Ma qui siamo in America e tutto è più leggero e meno autoriale. Nonostante ciò il film è godibilissimo e si fa perdonare anche qualche scena di cattivo gusto.
giudizio:* * *
(Domenica 12 Febbraio 2006)
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