 Monica Guerritore propone una nuova versione teatrale Giovanna d'Arco Al teatro Quirino di Roma dal 24 gennaio al 12 febbraio
di Oriana Maerini  Cinema, teatro, letteratura e pittura hanno innumerevoli volte riproposto, con letture sempre diverse, la straordinaria vicenda di Giovanna d'Arco. La fanciulla che, a soli diciannove anni, fu accusata di stregoneria, processata, indotta a confessare e poi, bruciata viva sul rogo. Venticinque anni dopo viene dichiarata innocente. Nel 1920 Papa Benedetto XV°l la proclamò Santa. All cinema, l'ultimo regista, in ordine cronologico, che ha portato sul grande schermo la Santa guerriera è stato Luc Besson che per Giovanna ha scelto il volto di Milla Jovovich.
Tra pochi giorni potremo ammirare nuovamente le gesta di Giovanna d'Arco a teatro. Sarà la bravissima MONICA GUERRITORE a cimentarsi in un ruolo così impegnativo. Questo ritratto di santa si aggiunge alla numerosa galleria di affreschi femminili che la Guerritore ha interpretato nella sua lunga carriera. Donne assolute e dolorose: da Madame Bovary a Carmen a La Signora dalle Camelie.
L'attrice è anche regista e adattatrice dei numerosi testi ai quali si è ispirata (Gli Atti del Processo; Giovanna D’Arco di Maria Luisa Spaziani; De Immenso di Giordano Bruno). Uno spettacolo che unirà alla parola anche le immagini proiettate sullo sfondo al fine di creare una sorta di "scenografia emotiva."
Ma come sarà rappresentata Giovanna d'Arco in questa nuova versione teatrale? "Un mirabile connubio tra la santità morale e la forza temporale, una trascendenza femminile ed una determinazione maschile. Rivivo quel mistero luminoso e tragico accostandomi al cuore della vocazione di Giovanna, alla sua chiamata dell’Anima che si fa azione attraverso lo spirito." - E' la stessa Monica Guerritore a spiegare come ha deciso di dare nuovamente vita alla vicenda di GIOVANNA D’ARCO.
Negli intenti della regista si vuole dimenticare, completamente, l’immagine solo iconografica tramandata – dal cinema alla pittura - per esaltare una Giovanna viva attraverso gli Atti del Processo, visionaria e poetica nei versi di Maria Luisa Spaziani, per diventare “la visibile intelligenza del divino” nel De Immenso di Giordano Bruno. Così le immagini di Che Guevara, Martin Luther King, il ragazzo di Piazza Tien An Men, montate e costruite nel lavoro di Enrico Zaccheo si intrecciano al tessuto drammaturgico creato dalla fusione degli Atti del processo, dal De Immenso di Giordano Bruno ai versi di Maria Luisa Spaziani; mentre i brani di Nietzsche e Brecht si fondono alla ricca partitura musicale dei Carmina Burana di Orff che si combinano alle note di Tom Waits o all’adagio d’archi di Barber e alle parole di Freddy Mercury, al fine di sottolineare la pienezza di questa “vita breve e luminosa”. Il Gesto, la Parola, l’Immagine e la Musica, dunque, sono parti di un unico vocabolario, quello dell’anima, che crea quella risonanza emotiva, accordo culminante tra l’attrice e lo spettatore. Allora l’eroina rivive nella nostra epoca, complice di ribellioni e speranze “rivoluzionarie”, compagna di passioni e di immagini prese a prestito dalla cronaca, ma semplice, libera e assoluta in una morte che sfida l’indifferenza.

Milla Jovovich, l'ultima Giovanna d'Arco cinematografica.
(Giovedì 19 Gennaio 2006)
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