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Un film senza il “fascino del palcoscenico”

Lady Henderson presenta

La storia del teatro leggero vista da Londra


di Pino Moroni


“Lady Henderson presenta” è una storia vera e fa parte del genere di film che parla del teatro, della storia del teatro, fatto da gente del cinema che ha una grande ammirazione ed amore per il teatro.

A cominciare dal produttore, Bob Hoskins, che si è costruito un personaggio memorabile come protagonista, nel ruolo del direttore del glorioso Windmill Theatre.

Gli stessi produttori associati, David e Kathy Rose, sono accreditati come creatori del soggetto originale sulla storia del Windmill Theatre, teatro che con il motto “We never closed” (Non abbiamo mai chiuso) ha battuto uno dei record del mondo teatrale londinese: è stato l’unico teatro rimasto aperto durante i gravissimi bombardamenti di Londra della seconda guerra mondiale, con gli attori che facevano spettacoli continuati e dormivano nei suoi sotterranei.
Ma la storia del film non è, come al solito, quella del “fascino del palcoscenico”. È quella di Lady Henderson (Judi Dench), vedova benestante di 69 anni, che per passatempo compera un teatro a Soho, assume il bravo direttore Vivien Van Damm (Bob Hoskins), e con idee originali fa degli spettacoli con successo di pubblico e di critica negli anni ’30 e ’40.

Lady Henderson presenta, i due protagonisti


Il film vive molto sul rapporto scoppiettante e conflittuale, anche se di reciproca stime, dei due interpreti: Judi Dench (anch’essa attrice di teatro), donna che era spregiudicata ed eccentrica, e Bob Hoskins grande professionista, ma anche possessivo e tiranno dei suoi spettacoli.
Molto felici i loro incontri sul terrazzo del Windmill, a parlare e ballare, mentre Londra dorme, o soffre le bombe tedesche.

Il film vive anche sulla storia di due altri record nel mondo teatrale inglese, la innovazione portata dai due del Revuedeville, una rivista senza interruzioni dalle due e trenta del pomeriggio alle undici di notte, e gli spettaccoli con i nudi come al Moulin Rouge, che per obbedire alle retrive leggi inglesi dovevano imitare opere d’arte (“tableaux vivants”).
Il motto del teatro diventò quindi anche “we never clothed” (“Non abbiamo mai usato vestiti”).
Sul palcoscenico passarono le più belle ragazze inglesi, che furono anche “ragazze copertina” o modelle per i calendari. E, per la cronaca, ci passò anche Peter Sellers che, come tutti sanno, era un grande amatore ed in quell’ambiente ci si trovava molto bene.

Lady Henderson presenta, i nudi del Windmill


Tornando al film, oltre ai record del teatro, alla grande recitazione degli interpreti, alle scenografie con i nudi (che invitano tutt’altro che al voyeurismo), ed una interessante carrellata di comparse da tempo di guerra, ci sono purtroppo dei difetti di realizzazione. La drammaturgia dei personaggi di contorno è scadente, la trama è veramente fragile, avvengono troppe cadute nel melodrammatico (dato il contesto frivolo del film).

Una regia molto di mestiere per Stephen Frears (Relazioni pericolose, 1988; Mary Reilly, 1996; Piccoli affari sporchi, 2002), che conosce bene le ambientazioni storiche e le valorizza con pezzi di repertorio documentaristico, ma ne rimane a tratti fuori con la sua ripresa troppo oggettiva e post-moderna.
O forse siamo noi, che ancora cerchiamo in questo genere il vecchio “fascino del palcoscenico” che ha connotato nel tempo tanti film sul teatro...

Lady Henderson presenta, le prove della compagnia


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(Lunedì 16 Gennaio 2006)


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