 Un mosaico umano alla ricerca di normalità Me and you and everyone we know L'esordio di Miranda July ha vinto tutto...
di Roberto Leggio Io, te e gli altri. In una frase tutto lo spirito del film nel quale vive (e sopravvive) uno straordinario mosaico umano che riesce a trasformare il normale in eccezionale. C’è la ragazza, sognatrice artista multimediale, che rincorre un amore intravisto un solo momento, c’è un padre in cerca della pace interiore dopo una “iniziatica e purificatrice” separazione, un bambino che fa una conquista dopo una chat coprofila, una coppia di amiche minorenni che si esercitano nella fellatio su un loro coetaneo per eccitare un guardone un po’ tonto, una bambina che raccoglie un personalissimo corredo nuziale, una ruvida gallerista con un segreto e c’è un vecchietto che trova un rinnovamento spirituale (e vitale) dopo la morte della donna amata.

L’essenza della vita di tutti i giorni proprio come recita l’incipit (Vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo) di questa personalissima opera prima di Miranda July (una vera poliedrica artista dal multiforme ingegno) che ha inanelato premi su premi dal Sundance a Cannes. Segni forti che rendono giustizia ad un film bizzarro e leggero dove anche lo scabroso diventa innocente. E si capisce che la July ha talento da vendere soprattutto quando disvela piccoli misteri (il suono del ticchettio prima del tramonto e la ragazza in attesa sulla panchina), scene nelle quali la sua sensibilità tocca vertici altissimi. Ma non solo. La sua capacità è anche di aver saputo dirigere, pur ritagliandosi il ruolo da co-protagonista, un film corale su un gruppo di umanità che senza saperlo si sfiora appena, si intreccia e si passa accanto senza invasioni di sorta. Elemento narrativo non sempre facile.

Di certo risentiremo parlare di lei ma nel frattempo la ringraziamo per averci regalato un’intelligente gemma di cinema indipendente che con passione e semplicità è riuscita a raccontare una storia universale come è la vita stessa.
giudizio* * * *

(Mercoledì 7 Dicembre 2005)
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