 "Seven swords" inaugura Venezia I piaceri dello spettacolo, mancati Un film veramente deludente
di Pino Moroni Presentato a Venezia, in anteprima fuori concorso, Seven swords (Sette spade) doveva rispettare le regole dell’inaugurazione del festival: un kolossal di qualità e di cassetta che sarebbe rimasto nella storia del cinema. Ma, forse, quello che rimarrà sarà solo il ricordo di alcuni crampi allo stomaco, causati da movimenti di macchina da presa toppo veloci e troppo ravvicinati, appena intuibili dall’occhio umano. Manca quindi il primo piacere dello spettacolo, quello dei campi lunghi e dei movimenti di massa. Solo a tratti la natura riesce a riempire lo schermo, quando i magnifici sette si spostano a cavallo. Già, perché malgrado il film sia del genere wuxia ed abbia le normali contorsioni mentali orientali, la sceneggiatura sembra fare l’occhiolino ai Magnifici sette, a Zorro, a Guerrre stellari ed a tutti quei film occidentali di successo del genere “cappa e spada” o “western”. Per non parlare del vecchissimo “peplum”: I sette a Tebe… In più, per le scenografie d’interni, ci sono un piccolo castello di cartapesta ed un posticcio villaggio cinese. Non bastasse tutto questo, c’è anche la difficoltà di riuscire a distinguere, uno per uno, i sette protagonisti. Non solo perché, per noi occidentali, tutti i cinesi sono uguali, ma perché i personaggi sono poco consistenti ed ancor meno delineati, con uno spessore ed una recitazione molto approssimati. Secondo piacere dello spettacolo: capire e riconoscere i personaggi. Mancato.

Seven swords C’è da aggiungere che la trama pecca spesso di illogicità, ed il regista perde troppo spesso il filo del racconto, e si dimentica di riannodarlo. Terzo piacere dello spettacolo: logica e consequenzialità della vicenda narrata. Mancato. Unico aspetto positivo è che i sette eroi non fanno voli acrobatici esagerati, come in molti film wuxia.
La storia è solo nei titoli esplicativi: nel 1600 in Cina le arti marziali vengono messe al bando con un editto dell’imperatore. Una banda di strani punk metallari alla Mad Max al soldo di un duca distrugge interi villaggi, apparentemente per far rispettare la legge, ma in realtà per accumulare l’oro delle taglie. Sette spade si riuniscono per opporsi alla banda: la distruggono, attaccano il duca, e forse raggiungeranno l’imperatore per far togliere l’editto. Ma è già troppo, il resto al prossimo sequel…

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(Giovedì 8 Settembre 2005)
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