 La metafora sul terrorismo di Manuel De Oliveira Il Quinto Impero Ottimo teatro ma poco digeribile al cinema
di Carlo Boccia  "Il mondo sembra oggi vittima di un ritorno al Medio Evo, di un terrorismo spietato che colpisce gli innocenti, e che sconvolge gli Stati Uniti quanto l’Europa, cercando di distruggere la civiltà occidentale. Questa sorta di ritorno ad una lotta atavica e incoerente, mi sembra in certo modo un ritorno al mito del Quinto Impero, all’atteso e al nascosto. "
Con questa dichiarazione il maestro De Oliveira- Leone d'oro alla carriera lo scorso anno al Festival di Venezia - spiega perchè ha deciso di affrontare uno dei grandi miti della cultura portoghese, quello del Re Sebastiano e della sua utopia del Quinto Impero.
Sebastiano sognava un mondo “pacificato”, con un solo re e un solo papa, un mondo da costruire, però, attraverso guerre di conquista... La sua prematura scomparsa sul campo, alimentò la nascita di un mito ancora molto presente nel mondo arabo. Partendo ad un’antica leggenda, De Oliveira costruisce una nuova grande metafora di tante “utopie” presenti nel mondo contemporaneo.
Se le intenzioni del grande vecchio del cinema portoghese sono buone non si può dire altrettanto del risultato filmico. Più che un film quest'opera in costume sembra, infatti, un pezzo teatrale con dialoghi molto fitti che lo spettatore trova difficile seguire con i sottotitoli (il film è in lingua originale). Per chi ama le grandi rappresentazioni d'epoca quest'ultima fatica di De Oliveira è invece una festa di magnifici costumi e scenografie suggestive: il film è stato infatti girato nelle più suggestive località portoghesi.
giudizio: *
(Sabato 23 Luglio 2005)
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