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 Un'analisi sui difetti dei miti creati dal cinema Dietro la maschera del divo Da Marilyn a Clooney
di Oriana Maerini Cos’è un mito? Un’immagine idealizzata o schematizzata di un evento o di un personaggio, la quale svolge un ruolo determinante nel comportamento di un gruppo umano. Da sempre il cinema ha creato miti funzionali ad esaltare il suo fascino. Fin dai suoi albori la settima arte è stata, infatti, capace di trascinare nelle sale, ogni giorno, milioni di spettatori abbacinati da quella visione onirica luminescente che si diffonde nell’oscurità.
L’America è stata la prima a capirne il business e, quindi, ha creato Hollywood: una provvidenziale fabbrica di sogno, una vera e propria industria in grado di costruire e produrre personaggi ad alta visibilità, per lanciare sul mercato la loro stessa celebrità.
Nascono così le star, personaggi che secondo Edgar Morin ”sono esseri che partecipano nello stesso tempo dell’umano e del divino, analoghi, per ceti aspetti, agli dei dell’olimpo e ispiratori di un culto anzi, di una specie di religione...” Ma tentiamo di togliere la maschera al divo.
Cominciamo dal primo in assoluto. Rodolfo Guglielmi, alias Rodolfo Valentino. Assurto a ruolo di latin lover per eccellenza, soprannominato “every husband’s rival” (il rivale di ogni marito) era diventato l’idolo di sette milioni di appartenenti al sesso femminile, ossia quelle che frequentavano assiduamente le sale cinematografiche americane, donne di ogni ceto e di tutte le età. Eppure molti affermano che il bellissimo Rudy fosse pelato come una biglia e che dovesse incollarsi svariati e costosissimi parrucchini sulla testa. Il suo famosissimo sguardo assassino, colmo di bagliori segreti che sembravano sondarti l’anima, era imputato, in realtà, alla forte miopia a cui era affetto. Le cronache raccontano, inoltre, che la moglie Jean Acker gli sbattè la porta in faccia la sera delle nozze, insensibile, pare, al fascino che sprigionava e che mandava, invece, in sollucchero milioni di fan.
Dopo il bel seduttore latino Hollywood crea una bomba sexy che rimarrà per sempre nell’immaginario collettivo. Il mito allo stato puro, un emblema del cinema stesso: Marilyn Monroe. Racconta Billy Wilder che quando girò la famossissima scena della grata nel film “Quando la moglie è in vacanza” si radunarono intorno a Marylin 20.000 persone, il traffico impazzì e ci fu una crisi coniugale. Per capire che la svampita tutta curve sia una creatura made in Hollywood basta guardare una foto di Norma Jean Mortenson Baker prima della trasformazione: una bella ragazza bruna senza troppo appeal. Sulla sua fragilità psicologica sono stati spesi fiumi di parole ma recentemente apprendiamo che non era un granché neanche come attrice. Sempre Wilder afferma, infatti, che l’attrice aveva spesso dei blocchi mentali e recitava in modo troppo sdolcinato.  Occorrevano 80 ciak, quasi una settimana, per realizzare una sequenza buona.
Dai miti passati ai divi attuali. Oggi non è cambiato molto in fatto di celebrità; le star sono solo diventate più umane e meno divine di quanto non lasciasse credere la grande industria dei produttori hollywoodiani. Le tecnologie sempre più veloci e immediate e il diluvio dell’informazione sui personaggi hanno irrimediabilmente incrinato quel fenomeno inarrivabile e ammantato di mistero così abilmente prodotto dai maghi di Los Angeles. Oggi la gestione dei personaggi comincia a coinvolgere strategie e specialisti: agenti, esperti in pubbliche relazioni, costumisti, stilisti, addetti stampa. I personaggi non sono più passivi come nell’era dello star system hollywoodiamo e cercano, per prime, un management in grado di sfruttare al meglio le loro risorse artistiche. Obbiettivo: il pubblico deve convincersi che le capacità professionali del personaggio che ama, il suo genio, il suo talento e anche il suo appeal siano doti naturali, innati, spontanei. Togliamo la maschera ai divi più amati.
Brad Pitt Questo divo con la classica faccia da bravo ragazzo si è già ritagliato un posto nella storia del cinema, come gli indimenticabili divi del passato. Considerato negli Usa come “il ragazzo a cui ogni madre vorrebbe dare in sposa sua figlia” il bel Pitt risulta in realtà essere un incallito sciupafemmine. Le cronache rosa gli hanno attribuito i più alti onori per aver sedotto e poi abbandonato numerose colleghe fra le quali spiccano Juliette Lewis (che in seguito a questa delusione amorosa è finita in clinica con un esaurimento nervoso e seri problemi di alcool e droga) e Gwyneth Paltrow. (si è fidanzato con lei all’inizio delle riprese di “Seven” e l’ha piantata in asso dopo l’ultimo ciak) Brad, a dispetto del suo faccino pulito e tenero è un ragazzo egocentrico ed eternamente insoddisfatto, che si tormenta, e tormenta chi gli sta accanto.
Nicole Kidman. Nonostante la dolcezza del suo incarnato pallido e dei suoi occhi azzurri si è meritata l’appellativo di “Signora di ferro”. Per il suo carattere forte e il suo temperamento indomabile l’hanno battezzata come la nuova Bette Davis del cinema americano.
Leonardo Di Caprio. Non chiamatelo “Lolito” è la cosa che più lo fa imbestialire. Nato a Los Angeles ha avuto un’infanzia e adolescenza molto difficili (i genitori hanno divorziato quando era molto piccolo) E’, infatti, cresciuto in strada circondato da cattive compagnie e dalla droga e pare che proprio il cinema l’abbia salvato da un brutto avvenire. Molti vedono in lui una sorta di James Dean, non solo per una certa somiglianza fisica, ma anche per i personaggi ribelli che interpreta sul grande schermo. ”Il paragone con James Dean mi lusinga - ha dichiarato in una delle rare interviste - ma lui aveva la mania delle auto veloci ed è morto a 24 anni, mentre io preferisco andare a piedi o in bicicletta, e ho intenzione di vivere a lungo”. Come il mitico James anche lui conduce una vita privata misteriosa e molto chiacchierata: non ha mai avuto love story ufficiali e non smentisce i pettegolezzi e le insinuazioni sulle presunte tendenze gay per via di quella sua aria ambigua da eterno adolescente. Dichiara di essere più maturo di quanto sembri ma intanto gira sempre circondato dalla sua banda di amici e frequenta tutte le feste di Los Angeles. Ama la celebrità e il fatto che le donne gli corrano dietro. “Anche le vecchie” - ha dichiarato dopo che gli era stata affibbiata una presunta relazione con Demi Moore.
John Travolta. L’ex ballerino Toni Manero è diventato mistico. Saranno stati gli insuccessi degli anni 80 dopo il mitico exploit ne “La febbre del sabato sera” ad indurlo a diventare membro di Scentiology, una setta pseudo religiosa fondata dallo scrittore di fantascienza L.Ron Hubbard? Fatto sta che il simpatico John è stato un dei primi divi hollywoodiani (l’hanno seguito a ruota Tom Cruise e la kidmann) ad aderire a questa chiesa che si definisce come la prima vera applicazione della metodologia scientifica alle questioni spirituali in grado di guarire i mali del mondo quali la droga e la criminalità. Travolta ha preso la cosa talmente sul serio che, per commemorare la memoria e diffondere le idee del suo guru si è perfino trasformato in produttore. Ha portato, infatti, sul grande schermo “Battaglia per la terra” tratto l’omonima trilogia di Hubbard. Il gruppo anti-scientology FactNet lo ha accusato di aver nascosto messaggi subliminali nel film che sarebbe stato realizzato allo scopo di reperire altri adepti nelle fila di Scientology. Anche per celebrare le sue nozze con Kelly Preston, il divo ha scelto un prete francese della sua eccentrica fede ma il matrimonio è stato ritenuto invalido e il povero John ha dovuto risposarsi una seconda volta.
George Clooney Il bel seduttore divenuto famoso grazie alla serie televisiva “E.R. - Medici in prima linea ammette lui stesso la sua più grande lacuna: "Ho deciso che non potevo fare il giornalista perché mi sono accorto che sono poco intelligente.... " Invece di fare l’attore avrebbe voluto seguire le orme del suo celebre papà (Nick Clooney, famoso giornalista anchorman della trasmissione televisiva "Nick Clooney show") ma non ce l’ha fatta. Ma anche per affermarsi come attore ha dovuto lottare: per una dozzina d’anni è stato costretto ad accontentarsi di comparse e particine sia in Tv che al cinema. Ha fatto a lungo fiasco anche nella vita privata: tanti amori sbagliati (tra cui un flirt con Kelly Preston, che lo ha piantato per sposare John Travolta), un matrimonio fallito con l’attrice Talia Balsam, molti debiti e una propensione per l’alcool. E’ anche finito in clinica per una energica cura disintossicante che non lo ha però allontanato dalle delusioni amorose. Ha avuto relazioni. presunte o dichiarate, con Sandra Bullock, Cindy Crawford, Elle MacPherson, Naomi Campbell e neppure una maestrina francese di nome Céline Balitran che ha conosciuto durante una vacanza a Parigi è riuscita a sopportarlo a lungo. E’ talmente eccentrico che al posto del cane, nel giardino della sua villa a Beverly Hills, tiene un grosso maiale di nome Max. Clooney non riesce a spiegare a se stesso l’enorme successo che ha avuto e il perché molti lo considerino, oggi, la reincarnazione di Cary Grant o Clark Gable così ha fatto dipingere sulle pareti di casa la seguente scritta: “Ricordati che domani può finire tutto e puoi ritrovarti in mutande”.
Se cono queste notizie abbiamo distrutto i vostri idoli del cuore non prendetevi pena: ogni giorno schiere di manager ed esperti in comunicazione lavorano per fabbricarne di nuovi.
(Sabato 23 Luglio 2005)
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