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Uno spettacolone targato Spielberg

La guerra dei mondi

Effetti speciali e melassa finale


di Oriana Maerini


Il tanto atteso film del genio della cinematografia mondiale Steven Spielberg che ci ha regalato tantissimi capolavori (Schindler’s List, Lo squalo, Duel, Salvate il soldato Ryan) è un’opera ben costruita ma nell’insieme deludente.
Il regista ha messo insieme, infatti, una sdolcinata visione della famiglia, con tanto di lieto fine, con la fantascienza anni 50. Ha voluto riesumare il romanzo di H.G. Wells che era già stato portato sullo schermo da Byron Haskin nel 1953 per esprimere le sue metafore sulle paure odierne dell’umanità.
Gli alieni non vengono da fuori ma sbucano dalla terra come a dire che sono insiti nella natura umana. Ma, a parte i contenuti più o meno discutibili il film ha un buon ritmo e la suspence funziona quasi fino alla fine. Creature oblunghe con lunghissime antenne munite di telecamere (metafora sul grande fratello televisivo?), insetti che succhiano il sangue umano e tremendi fulmini distruttori: tutto questo rende la pellicola un ottimo esempio di genere se non ci fosse la melassa finale della famigliola riunita sana e salva con tanto di riscatto finale paterno.
E Tom Cruise ad interpretare il ruolo di Ray Ferrier, un operaio portuale divorziato, che non ha gran fortuna nemmeno come padre. Il figlio adolescente Robbie (Justin Chatwin) e la figlia Rachel, ancora bambina (una bravissima Dakota Fanning), vanno a trovarlo di rado, nei weekend. E proprio durante una di queste rare visite, poco dopo che l’ex moglie di Ray (Miranda Otto) e il suo nuovo marito sono andati via, scoppia una strana e violenta tempesta elettrica.

Qualche istante più tardi, a un incrocio vicino casa sua, Ray assiste a un avvenimento inaudito che cambierà per sempre la loro vita: una gigantesca macchina da guerra a tre zampe affiora dalle viscere della Terra e prima che qualcuno riesca a reagire incenerisce tutto ciò che ha intorno.
Un Tom Cruise fuori forma, (almeno rispetto alla performance vista ne “L’ultimo Samurai”) ma uno splendido cammeo di Tim Robbins nei panni di uno psicopatico che vuole combattere i mostri a tutti i costi. La guerra dei mondi è comunque un grande spettacolo di intrattenimento soprattutto grazie agli incredibili effetti speciali e di animazione (ad opera della Industrial Light & Magic, sotto la guida Dennis Muren) naturalmente più raffinati rispetto al film precedente.

Un prodotto di cassetta firmato Spielber da questo punto di vista non poteva deludere ma sinceramente dal suo genio ci aspettavamo di più. Il grande Steve ha perso smalto, forse perché è diventato una specie di macchina da guerra che sforna due film all’anno.

Giudizio: * *



(Sabato 2 Luglio 2005)


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